NAPOLI, 25 NOVEMBRE – Il Maschio Angioino, a Napoli, ospita domani la conferenza stampa congiunta del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli – che nello stesso giorno chiude i battenti dopo settimane di confronti e proiezioni dedicate – e della nave umanitaria RESQ.
L’evento è frutto dell’intensa attività del Festival a sostegno, in questi ultimi due anni, dell’imbarcazione che opera nella zona SAR del Mediterraneo per recuperare naufraghi e disperati migranti, esposti al rischio di annegamento. RESQ è considerata ‘nave italiana’ perché, pur battendo bandiera tedesca, è sostenuta da un’associazione che vede al suo vertice, come Presidenti, Gherardo Colombo, ex magistrato di mani Pulite, Luciano Scalettari, giornalista e africanista e Cecilia Strada, responsabile della comunicazione. In queste ultime settimane RESQ è stata ancorata nel bacino di carenaggio del porto di Napoli per operazioni di manutenzione e riparazione e a breve sarà pronta ad affrontare il mare aperto e partire per nuove missioni.
Nelle stesse ore, il Festival del Cinema dei Diritti Umani si avvia alla conclusione di una edizione molto complessa e delicata che ha analizzato il ruolo delle Nazioni Unite e il bisogno di pace della comunità internazionale. A conclusione della XIV edizione, il Festival è pronto per rivolgere una proposta all’ONU per tutelare le navi umanitarie, spesso ostacolate o messe nell’impossibilità di svolgere la loro azione umanitaria da parte dei governi costieri mediterranei, affinché le navi delle ONG possano esporre la bandiera azzurra e non siano colpite dalle magistrature locali.
La conferenza stampa di domani e’ secondo gli organizzatori il momento per ribadire tre iniziative di cui RESQ e il Festival si sono resi protagonisti in questi anni:
1) La richiesta all’Autorità portuale di Napoli di poter disporre di un molo di ancoraggio per i periodi di riposo della nave RESQ, come simbolo di Napoli, porto aperto e ospitale per i migranti e le ONG;
2) La costituzione dell’equipaggio di terra partenopeo di RESQ;
3) La promozione delle adesioni alla lettera che il Festival intende rivolgere all’ONU per tutelare equipaggi e soprattutto naufraghi soccorsi delle navi umanitarie, esponendo, tra l’altro la bandiera ONU e cancellando la zona SAR libica.
A sostenere il confronto pubblico, ci saranno il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, padre Alex Zanotelli in rappresentanza dell’equipaggio di terra, Corrado Mandreoli, Cecilia Strada e Luciano Scalettari per la nave RESQ e Maurizio del Bufalo, coordinatore del Festival. In collegamento Streamyard, il giurista Gianfranco Schiavone spiegherà le ragioni dell’appello all’ONU per promuovere le adesioni alla lettera. Interverrà da remoto anche l’ex magistrato Armando Spataro, oggi membro del Comitato per il Diritto al Soccorso.
Il Festival si era aperto il 16 novembre nella sua nuova edizione dal titolo ”ONU: la Pace (im)possibile” e l’intera manifestazione è stata dedicata alla memoria di Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano ucciso in Congo nel febbraio del 2021. L’obiettivo, ambizioso, quelo di indagare il futuro della pace mondiale e riflettere sul ruolo delle Nazioni unite, alla luce di quanto sta accadendo nel mondo. Una delle giornate del Festival è stata dedicata ache al cooperante Mario Paciolla morto in Colombia, un fil rouge di una serata che, attraverso il parallelo tra i due casi, analizzerà cosa vuol dire oggi lavorare per la pace.
Oggi uno degli appuntamenti più ricchi e intensi di questa edizione: ‘Un mare senza pace’ parla di navi umanitarie e criminalizzazione della solidarietà in un momento storico in cui nel Paese il dibattito sull’accoglienza si è di nuovo infiammato. Durante il dibattito, coordinato da Raffaele Crocco (Atlante delle Guerre e UNIMONDO), previsti gli interventi, tra gli altri, dell’Arcivescovo di Napoli monsignor Domenico Battaglia, di Cecilia Strada e Luciano Scalettari (nave RESQ), di Valentina Brini (Open Arms) del missionario comboniano Alex Zanotelli, di Tommaso Gandini (nave Juventa) e Giuseppe Caccia (nave Mediterranea), dell’avvocato Arturo Salerni e di Giacinto Palladino (Banca Etica) e di Angela Mona (Un Ponte per).
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La cerimonia di premiazione del concorso cinematografico internazionale prevede all’assegnazione dei sei premi: PREMIO HUMAN RIGHTS DOC, aperta a opere della durata superiore a 52 minuti; PREMIO HUMAN RIGHTS SHORT, aperta a cortometraggi di durata inferiore o uguale a 52 minuti; PREMIO HUMAN RIGHTS YOUTH, aperta a opere realizzate da autori minori di 25 anni o indirizzate a un pubblico di bambini e/o giovani fino a 25 anni, della durata non superiore a 30 minuti; PREMIO AMBASCIATA SVIZZERA PER LA PACE, rivolta ad opere che raccontano vicende e questioni legate al tema della Pace; PREMIO “UN PONTE PER…”, rivolta a opere che trattano argomenti relativi a migrazioni, asilo politico, profughi; PREMIO “FICC”, aperta a opere che raccontano l’impegno e le esperienze riferite al lavoro delle Agenzie del sistema delle Nazioni Unite.
Il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli è organizzato dall’associazione “Cinema e Diritti” con il contributo di Regione Campania e Film Commission Campania. Il Festival è sostenuto dalla Ambasciata di Svizzera in Italia, dalla ong “Un Ponte per …” e dalla FICC. Gode inoltre del patrocinio del Comune di Napoli e del supporto dell’Assessorato alla Cultura. Anche quest’anno il Festival è patrocinato da Amnesty International alla cui rete Human Rights Film Network il Festival di Napoli appartiene dal 2009. Significative le partecipazioni dell’Atlante delle Guerre e dei Conflitti (ass. 46simo Parallelo), di Pax Christi Italia, di ExpoItaly, della Rete del Caffè Sospeso e del magazine Diari di Cineclub.