FAIDA (IRAQ), 26 OTTOBRE – Rilievi rupestri di 2.700 anni fa. Bassorilievi monumentali scolpiti nella roccia sulle pareti di un canale di irrigazione, che si estende per circa 10 chilometri. Grazie alla collaborazione con l’Italia nasce a Faida, nel Kurdistan iracheno, il primo Parco archeologico dell’Iraq.
Lo hanno inaugurato il 16 ottobre scorso l’Ambasciatore d’Italia Maurizio Greganti, accompagnato dal Console a Erbil Michele Camerota, insieme al Ministro curdo del Turismo e delle Municipalità Sasan Awmi, al Governatore di Dohuk Ali Tatar, al Rettore dell’Universita’ di Udine Roberto Pinton, al Direttore dell’AICS Emilio Cabasino e al Direttore UNESCO-Iraq Paolo Fontani.
Ideatori del progetto, intervenuti alla cerimonia, sono il Professor Daniele Morandi Bonacossi, Direttore della missione PARTEN dell’Università di Udine, in collaborazione con il Direttore delle Antichità del governatorato di Duhok Dr. Bekas Brefkany. Proprio la scoperta degli eccezionali rilievi rupestri assiri di Faida sono valsi l’assegnazione del premio “Khaled Al-Asaad 2020” a Bonacossi, archeologo di fama internazionale.
Il Parco Archeologico sarà realizzato anche grazie al finanziamento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e intende contribuire sia alla preservazione del patrimonio storico del Paese che allo sviluppo del turismo culturale. Il progetto è inoltre sostenuto dal Governo regionale del Kurdistan, ALIPH Foundation, Gerda Henkel Stiftung, Regione Friuli Venezia Giulia, Fondazione Bancaria Friuli.
“Si tratta del primo intervento di valorizzazione del patrimonio archeologico in forma di “museo all’aperto” in tutto l’Iraq – ha ricordato l’Ambasciatore Greganti – ad ulteriore riprova del ruolo cruciale della nostra cooperazione archeologica – sono almeno venti le missioni archeologiche italiane sparse su tutto il territorio iracheno, e di queste 18 beneficiano del sostegno del MAECI. Ma i nostri archeologi non si distinguono solo per la numerosità della loro presenza: è la qualità delle loro attività a essere determinante. La formazione degli archeologi locali, l’enfasi sulla preservazione dei siti, il trasferimento di tecniche e lezioni apprese li rendono risorse irripetibili per le comunità locali.”
Faida rappresenta la prima fase di un progetto più ampio da realizzare entro il 2025 e destinato ad inglobare il sistema di canali e di acquedotti costruito dal Re Sennacherib nell’VIII sec. a.C. per l’irrigazione della piana di Ninive e l’approvvigionamento idrico della capitale dell’impero assiro (all’epoca la più grande città del mondo antico). Al termine della cerimonia l’Ambasciatore ha potuto visitare il sito di Faida e le limitrofe rovine di Khinnis e Jerwan, dove il team di Udine sta conducendo scavi destinati a rientrare nel medesimo progetto. (@OnuItalia)