NEW YORK, 20 OTTOBRE – Al via all’ONU la Settimana delle “Donne, Pace e Sicurezza”. L’Italia, che domani organizza un evento con la Rete delle Donne Mediatrici del Mediterraneo, e’ intervenuta oggi in Consiglio di Sicurezza nel corso di un dibattito sul rafforzamento della resilienza e la leadership delle donne come via per la pace nelle regioni afflitte da gruppi armati.
“Dall’adozione della storica Risoluzione 1325 molto è stato fatto, ma le donne e le ragazze continuano a sopportare in modo sproporzionato il peso dei conflitti e rimangono sottorappresentate o non rappresentate negli sforzi dei processi di pace, nonostante il loro contributo costruttivo alla risoluzione dei conflitti”, ha detto l’Ambasciatore Maurizio Massari, Rappresentante Permanente d’Italia all’ONU, facendo riferimento alla prima Risoluzione in assoluto approvata dal Consiglio di Sicurezza che denuncia l’impatto della guerra sulle donne e valorizza il contributo delle stesse nella risoluzione dei conflitti per una pace durevole. L’Italia ha sostenuto con forza la Risoluzione 1325 fin dalla sua adozione nel 2020.
“Le donne si sono dimostrate estremamente efficaci nel proteggere i civili, nell’accedere alle comunità e nel creare rapporti di fiducia con le popolazioni locali, in particolare con i più vulnerabili. La stessa efficacia e’ dimostrata nei settori del Peacebuilding e Peacekeeping. Un accordo di pace ha il 20% in più di probabilità di durare almeno due anni e il 35% in più di durare 15 anni quando le donne sono incluse nei processi di pace”, ha aggiunto l’ambasciatore.
Tuttavia, nonostante tali evidenze ampiamente documentate, a livello mondiale sono donne soltanto il 13% dei mediatori, il 6% dei negoziatori e il 6% dei firmatari degli accordi di pace. Secondo fonti ONU, su 10 accordi di pace, ben 7 non includono nessuna donna mediatrice o firmataria.
“A livello nazionale, stiamo attuando il quarto Piano d’azione sul WPS (per il periodo 2020-2024) e sosteniamo con forza la Rete delle Donne Mediatrici del Mediterraneo (MWMN), lanciata dall’Italia nell’ottobre 2017 per promuovere l’uguaglianza di genere e favorire l’inclusione delle donne nei processi di pace, negli sforzi di mediazione e nella costruzione della pace nella regione mediterranea”, ha detto Massari. Tale iniziativa italiana ha poi condotto alla creazione di una più ampia Rete a livello globale dell’Alleanza delle donne mediatrici regionali nel settembre 2019, che unisce le voci di 6 diverse regioni del mondo in un appello per accelerare l’attuazione della risoluzione 1325.
L’Italia ha incrementato il sostegno finanziario a UN Women, maggiore agenzia ONU per i diritti delle donne, e nel gennaio 2023 ne assumera’ la Vice Presidenza del Consiglio Direttivo. Nel solco di questo impegno si inserisce il sostegno italiano al Fondo umanitario ONU per le donne e la pace, ed in particolare al programma per la lotta alla violenza sessuale e di genere (che prevede fra l’altro servizi di supporto psicologico alle vittime).
E proprio insieme a UN Women, alla Rete MWMN e al Marocco, la Rappresentanza italiana all’ONU organizza domani un evento per sensibilizzare la comunita’ internazionale sul ruolo delle donne mediatrici.
“L’Italia resta determinata ad attuare l’agenda Donne, Pace e Sicurezza anche quale parte dei nostri sforzi per rafforzare l’architettura del mantenimento e della costruzione della pace internazionale”, ha concluso Massari. (@OnuItalia)