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Voci dalla Farnesina: parla il nuovo inviato speciale per il clima Modiano

ROMA, 16 FEBBRAIO – Protagonista del nuovo episodio del podcast “Voci dalla Farnesina” è il nuovo inviato Speciale per il cambiamento climatico, Alessandro Modiano. Nominato lo scorso 15 gennaio dopo un lungo processo di mediazione portato avanti dai ministri degli Esteri Di Maio e della Transizione ecologica Cingolani, la figura del nuovo inviato speciale Modiano si pone “a raccordo tra diplomazia e tecnici”.

E’ un ruolo nuovo per l’Italia ma non per altri Paesi (la Gran Bretagna addirittura dal 2017, negli USA e’ stato il presidente Biden a pensarci incaricando l’ex segretario di Stato John Kerry), che già alle più recenti conferenze internazionali sul clima avevano avuto la possibilità di partecipare con i loro inviati speciali, conferenze che oltretutto hanno visto nel 2021 la centralità dell’Italia in termini di partecipazione e organizzazione, nei casi del G20 e della COP26.

“Modiano è dunque il John Kerry italiano?”, è la prima domanda posta al diplomatico, alla quale egli risponde con diplomaticissima moderazione. “Kerry è una figura carismatica e dall’alto spessore politico” –  ex Segretario di Stato durante l’amministrazione Obama – “e dotato oggi di un’autonomia nelle politiche climatiche” – esemplificata anche dal posto riservatogli all’interno dell’NSC, il massimo organo deputato alla sicurezza nazionale – “non attualmente in possesso degli inviati speciali europei”, dice Modiano. La figura dell’inviato speciale italiano si prefigge invece il compito di portare e supportare la posizione dell’Italia nei fori internazionali al fine di coordinare le priorità delle varie e diverse ramificazioni dell’esecutivo, vale a dire i ministeri. L’assenza di poteri esecutivi poi, nel contesto italiano, è determinata anche dall’alto tasso di competenze in materia climatica delegate agli organi sovranazionali dell’Unione Europea.

Recipiente di tutti gli interessi italiani è il ministero della Transizione ecologica, di recente formazione e oggetto di dubbi per via della sua natura innovativa. Per l’inviato speciale transizione ecologica significa sostanzialmente la riduzione progressiva di energia proveniente da fonti fossili, da sostituire con energia proveniente da fonti rinnovabili, che oltre ad essere illimitate in termini quantitativi hanno anche il vantaggio di non emettere CO2. Un problema che sembrerebbe lontano dagli interessi quotidiani dei cittadini, ma non secondo Modiano, che utilizza l’esempio della crisi energetica che ha fatto impennare i costi dell’energia in bolletta per tutti. Il maggiore ricorso a fonti rinnovabili garantirebbe infatti anche una stabilizzazione dei prezzi e l’indipendenza dalle fluttuazioni determinate da eventi esterni. Senza però cadere in quello che il direttore Mario Sechi chiama “ecologismo insostenibile”, con un occhio sempre alla sicurezza energetica e l’altro all’ambiente.

Si passa poi all’acceso dibattito sul nucleare. Secondo Modiano l’approccio da seguire è quello del ministro Cingolani, che non chiude le porte, specialmente per il nucleare cosiddetto di quarta generazione, ma allo stesso tempo non lo sostiene tout-court. Insomma, stare al passo con lo sviluppo tecnologico e non essere mai contrari per principio. L’importante è, come si sta già facendo, di stabilire dei target a livello multilaterale ed allinearsi ad essi con le legislazioni nazionali. La tutela dell’ambiente è inserita all’articolo 9 della Costituzione italiana e l’input deve necessariamente venire dal governo, “al di là di quello che può fare il singolo”.

Il prossimo appuntamento che aspetta l’inviato speciale è la ministeriale del G7 di maggio, sotto presidenza tedesca, su “Clima, energia e ambiente”. Ma quanto conta parlare a livello multilaterale se due attori principali come India e Cina rifiutano un confronto sulla tematica ambientale? Per Modiano, ottimista per natura, la sola partecipazione di tutti gli attori innalza il dibattito e l’attenzione su un problema che spesso si inquadra nella sfera politica, ma che è in realtà un problema naturale e globale. “Queste sono le questioni su cui la comunità internazionale può sentirsi un insieme e ottenere obiettivi congiunti” e’ il commento finale. (@OnuItalia)

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