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lunedì, Febbraio 10, 2025

Voci dal Palazzo di Vetro: Sara Manisera (premio UNCA), un reporter deve “consumare le suole delle scarpe”

NEW YORK, 12 DICEMBRE – Raccontare “un Medio Oriente diverso, non solo vittima di guerre, ma anche un paese dove ci sono giovani che si prendono la responsabilità di lottare per il proprio futuro”. L’ospite settimanale di Voci dal Palazzo di Vetro, il podcast curato dalla Rappresentanza Permanente italiana presso le Nazioni Unite di New York, non è questa volta un funzionario italiano o un membro dello staff delle Nazioni Unite, ma una giovane giornalista freelance. L’italiana Sara Manisera è un’ospite di particolare rilevanza poiché è stata insignita l’8 dicembre del premio della UN Correspondents Association (UNCA) per il documentario “Iraq Without Water” sull’impatto del cambiamento climatico per le risorse idriche del paese mediorientale.

“È stata una serata molto importante per me, perché ha riconosciuto un lavoro che va avanti da diversi anni come giornalista indipendente e freelance”, il commento a caldo della giornalista riguardo al premio per il webdoc interattivo e multimediale open-source, quindi aperto a tutti gratuitamente. Un momento di ricarica per ripartire al meglio con nuovi progetti nell’area del Medio Oriente, nella quale Manisera si è specializzata particolarmente in Libano, Iraq e Siria. Il documentario racconta le storie di giovani attiviste ed attivisti che lottano per difendere il diritto all’acqua nella regione, devastata dall’impatto del cambiamento climatico. In particolare, l’attenzione si concentra sulla protezione delle principali risorse d’acqua della regione che ha dato i natali alla civiltà, i fiumi Tigri ed Eufrate e le paludi mesopotamiche, ma anche delle città di Ur, Eridu e Uruk, tutte patrimoni UNESCO e severamente minacciate dalle siccità e dai conflitti sociali e militari che caratterizzano la regione. Una delle soddisfazioni più grandi è stata proprio quella di raccontare le storie di coloro che hanno lottato per fare si che tutti questi luoghi venissero inclusi nella lista dei patrimoni UNESCO, secondo Manisera.

Sara Manisera comincia la propria carriera da giornalista sul campo, non possiede una vera e propria formazione accademica sulla materia ma è laureata in Relazioni internazionali e istituzionali a Milano e successivamente in un Master, svolto attraverso il programma Erasmus Mundus, in Relazioni del mondo Mediterraneo e del Medio Oriente, viaggiando tra Francia, Spagna e Libano. Proprio a Beirut comincia la carriera di giornalista freelance per varie testate, prima della collaborazione con una foto-giornalista, Arianna Pagani, con cui produce anche il documentario che le ha fatto vincere il premio. Sara copre i conflitti e le storie della società civile, dalle donne ai giovani all’ambiente, in Siria e Iraq. Proprio per questo il consiglio ai giovani è quello di “consumare le suole delle scarpe” se si vuole diventare un vero e proprio reporter. Viaggiare, spostarsi, imparare le lingue ma soprattutto seguire il proprio istinto, credere fortemente nei progetti e nelle idee che si hanno in mente, perché la perseveranza alla fine viene premiata. (@Giorgiodelgallo)

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