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Voci dal Palazzo di Vetro: Marco Bianchini (DPO) e il ruolo centrale dell’Italia nelle operazioni di pace

NEW YORK, 29 NOVEMBRE – “L’Italia è assolutamente un paese di primo piano quando si parla di contributo alle operazioni di pace”. Primo contributore di caschi blu tra i paesi occidentali, con circa 1000 unità totali impegnate sul campo, oltre ad essere uno dei maggiori finanziatori delle operazioni di peacekeeping e del sistema ONU in generale, il ruolo primario del paese all’interno dello scacchiere ONU è al centro del contributo di Marco Bianchini, Principal Political Affairs Officer e Direttore dell’Ufficio del Sottosegretario ONU per le Operazioni di Pace (DPO), diretto da Jean-Pierre Lacroix.

La podcast della Rappresentanza italiana

Bianchini è l’ultimo ospite in ordine di tempo di Voci dal Palazzo di Vetro, il podcast curato dalla Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite di New York che presenta al pubblico il lavoro dei funzionari italiani che lavorano per le Nazioni Unite. Il DPO (Department of Peace Operations) è l’ufficio che si occupa delle missioni di pace nelle quali vengono impiegati i cosiddetti “caschi blu”, militari e civili provenienti dagli Stati membri che operano sotto mandato ONU per favorire i processi di pace in tutto il globo.

Italia e UNIFIL

Le missioni di pace in cui il DPO è impegnato sono attualmente 12, tutte diverse tra loro in termini di obiettivi, che spaziano dal monitoraggio della transizione politica allo stabilimento di una governance efficace, passando per le azioni preventive e fino ai più complessi cessate il fuoco.

L’Italia è particolarmente impegnata negli strumenti bilaterali e multilaterali che si occupano di peacekeeping, e la maggior parte del suo contingente di caschi blu è attualmente presente in Libano nella missione di pace UNIFIL, guidata da un Capo Missione italiano, il Generale Stefano Del Col.

Il ruolo di Ong come Sant’Egidio

Oltre al Libano, Bianchini cita l’Africa Centrale come zona di particolare interesse e impegno per il suo dipartimento. In Mali una giunta militare è al potere dopo due colpi di stato e una via d’uscita celere non si intravede, motivo per cui il DPO è particolarmente vigile; in Repubblica Centrafricana le fragili istituzioni governative sono costantemente monitorate per via della presenza di gruppi armati presenti ed organizzati che minacciano la stabilità politica del paese; poi Sud Sudan, dove gli sforzi del DPO sono focalizzati sulla transizione ad una governance trasparente e democratica e sulla protezione dei numerosi civili sfollati all’interno del territorio.

UN Photo/Loey Felipe

Menzione speciale da parte del funzionario italiano nei riguardi di tutta quella serie di organizzazioni non-governative e istituzioni, come ad esempio la Comunità di Sant’Egidio, che svolgono un ruolo fondamentale al supporto umanitario delle operazioni di pace ed alla prevenzione di situazioni destabilizzate potenzialmente tramutabili in conflitti armati.

Le sfide più ampie secondo Bianchini sono rappresentate dalle frizioni e divisioni esistenti all’interno del Consiglio di Sicurezza, che talvolta non permettono un intervento coeso e forte, ma che fortunatamente vengono sempre risolte tramite la mediazione, permettendo il raggiungimento di un accordo internazionale per l’intervento. Il quadro principale di intervento ‘Action for Peacekeeping’ gode attualmente del sostegno di più di 150 Paesi tra i 194 membri delle Nazioni Unite. Un’altra sfida è poi rappresentata dal tentativo di modernizzazione del peacekeeping tramite l’utilizzo di nuove tecnologie, portate da truppe altamente specializzate come quelle italiane, che siano in grado di garantire flessibilità e mobilità alle operazioni sul campo.

Ai giovani: puntare su esperienze sul campo

Il suo consiglio ai giovani? Puntare, almeno all’inizio, sull’esperienza sul campo, che è fondamentale per comprendere il lavoro all’interno delle Nazioni Unite, e strumenti quali UN Volunteers o JPO sono opportunità importanti da sfruttare.

Bianchini stesso ha cominciato la sua esperienza cin questo modo, passando quattro anni nella missione in Kosovo tra il 1999 ed il 2003, prima come Amministratore civile a livello locale e poi negli uffici del Rappresentante Speciale prima e in quello di Unione Europea e NATO poi. Il trasferimento al Palazzo di Vetro avvenne nel 2003, ma fino ad oggi le missioni all’estero in cui è stato impegnato il funzionario italiano sono state varie, tra cui l’Ufficio della Rappresentanza delle Nazioni Unite presso UE e NATO a Bruxelles, e quello del Segretario Generale per la Missione in Kosovo (ai tempi Kofi Annan) a Vienna. Poi la conoscenza delle lingue, specialmente inglese e francese tradizionalmente usate nelle relazioni internazionali. In particolare, spiega, per il peacekeeping il francese risulta particolarmente importante poiché la maggior parte dei paesi interessati da conflitti armati sono francofoni. (@giorgiodelgallo)

OnuItalia
OnuItaliahttps://onuitalia.com
Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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