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giovedì, Ottobre 17, 2024

COP26: Omar Di Felice, su due ruote a Glasgow per salvare il pianeta

VERSO GLASGOW, 25 OTTOBRE – Sulle due ruote di una Wilier Triestina Rave SLR, Omar Di Felice in questi giorni e’ in viaggio verso Glasgow: una lunga traversata dal forte valore simbolico oltre che sportivo, 2000 km e 8 giorni di pedalate, per raggiungere la citta’ britannica dove il primo novembre aprira’ la COP26, ultima chance forse nella storia del mondo per invertire la corsa al riscaldamento globale del Pianeta.
da FBOggi in marcia per Dudelange, l'”ultraciclista del freddo” e’ partito da Milano il 23 ottobre: la sua corsa solitaria attraverso Svizzera, Germania, Lussemburgo, Belgio, Francia e Regno Unito tocca alcuni luoghi simbolo per il tema della crisi climatica come i ghiacciai in arretramento del Ticino o Friburgo, “una città esemplare per la gestione e l’efficienza energetica”, spiega, “con zone vietate al traffico veicolare e un ambiente urbano che sembra la normale prosecuzione del contesto naturale in cui sorge, la Foresta Nera”. Per passare poi accanto alle centrali nucleari francesi e ad altri luoghi capaci di offrire interessanti spunti di riflessione su quel che sta succedendo al nostro Pianeta in ebollizione.
A sostenere il racconto di Omar sulle sue pagine social sono scienziati, tecnici e climatologi – tra loro Elisa Palazzi, Fisica del Clima e professoressa associata dell’Università di Torino, Potito Ruggiero, attivista ambientale e co-autore del libro “Vi teniamo d’occhio. Il futuro sostenibile spiegato bene” e Matteo Dondè, architetto urbanista, che da 20 anni si occupa di mobilità ciclistica – che ogni giorno, durante la settimana di viaggio, si stanno collegando in diretta per affrontare i temi centrali di quel che si parlera’ a Glasgow dove l’atleta arrivera’ il 30 ottobre, 8 giorni dopo la partenza.
Il messaggio e’ quello di sempre per Di Felice: “Con una bici puoi andare ovunque”, scrive il ciclista sulla sua pagina Facebook: “Perché la bicicletta e’ il mezzo più sostenibile per spostarsi e, di conseguenza, per acquistare nuovamente spazi urbani più vivibili, senza il traffico veicolare e riducendo le emissioni derivanti dai carburanti delle auto”.
Il nome scelto per il progetto è “Bike to 1,5°C”, la soglia di innalzamento medio della temperatura terrestre che gli scienziati ritengono il minimo necessario per invertire la rotta. La prima tappa, Altdorf, e’ stata raggiunta attraverso il Passo del Gottardo: 220 km e 3200 metri di dislivello. “Lo sapevate che il riscaldamento globale colpisce di più le montagne dove procede ad un tasso doppio rispetto alla media globale? E che non solo i ghiacciai fondono, ma anche la neve diminuisce con moltissime conseguenze anche per chi vive in pianura? Il ritiro dei ghiacciai in tutto il mondo, dalle aree alpine all’Antartide nel corso degli ultimi decenni, è spesso citato come un segno chiaro e inequivocabile dell’aumento delle temperature, causate dalle attività umane. Nelle Alpi è particolarmente grave e alcuni ghiacciai potrebbero scomparire nei prossimi decenni”, avverte Omar su Facebook.
Romano, Omar Di Felice ha 40 anni. Folgorato da Marco Pantani nel 1994, da quel momento ha dato avvio alla sua avventura con la bicicletta. Dopo aver corso tra le categorie agonistiche del ciclismo tradizionale coronando la sua carriera con un anno tra le fila dei professionisti, nel 2012 ha deciso di passare all’ultracycling e in questo sport estremo è eccelso in diverse competizioni italiane e internazionali. Nel 2018 ha compiuto la traversata del Canada Artico pedalando per circa 1300 km sulla Arctic Highway dopo aver raggiunto Capo Nord e aver attraversato l’Islanda durante l’inverno.
Una delle sue ultime imprese è stata la pedalata in mountain bike sui sentieri dell’Himalaya in febbraio per raggiungere il campo base dell’Everest: 1.300 chilometri e 40 mila metri di dislivello con temperature anche di -30 gradi Celsius. Omar ha attraversato anche il Gobi in Mongolia (rimasto poi bloccato per il Covid a Ulan Bataar), ed è arrivato 3° alla Trans America Bike Race attraverso tutti gli Stati Uniti. Il suo amore e’ per le temperature rigide e le condizioni estreme, che ama chiamare la “Zona Omar” (titolo anche del suo ultimo libro per La Nave di Teseo). (@alebal)
Alessandra Baldini
Alessandra Baldinihttps://onuitalia.com
Alessandra Baldini e’ stata la prima donna giornalista parlamentare per l’Ansa, poi corrispondente a Washington e responsabile degli uffici Ansa di New York e Londra. Dirige OnuItalia.

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