NEW YORK, 10 SETTEMBRE – Mentre in Afghanistan si reprimono le manifestazioni di protesta, in particolare quelle delle donne, vengono diffuse le foto di terribili torture contro i giornalisti, nelle università si tirano ‘tende’ tra studenti di sesso diverso, il mondo si interroga su quale sia la strategia migliore da adottare nei confronti del neonato emirato islamico. Per salvare vite il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres si dice a favore di un “dialogo” continuo con i talebani. “Dobbiamo mantenere un dialogo, in cui affermiamo direttamente i nostri principi, con un sentimento di solidarietà con il popolo afghano”, ha affermato.
“Occorre mantenere un dialogo con i talebani – ha proseguito Guterres – dove affermiamo i nostri principi in modo franco. Il nostro dovere è quello di offrire la nostra solidarietà a un popolo che sta soffrendo enormemente, dove milioni e milioni di persone rischiano di morire di fame“. Secondo il capo delle Nazioni Unite è necessario evitare il crollo dell’economia afghana. Senza menzionare una revoca delle sanzioni internazionali, Guterres ha suggerito che “strumenti finanziari” potrebbero permettere all’economia di respirare. Le stesse Nazioni UNite nel loro ultimo rapporto affermano che ben il 97% della popolazione afghana nei prossimi mesi rischia di finire sotto la soglia di povertà.
Parole dure anche quelle dell’inviata dell’Onu in Afghanistan, Deborah Lyons,secondo la quale il Paese potrebbe “tornare indietro di generazioni” senza aiuti economici. “Occorre trovare un modus vivendi che permetta al denaro di arrivare in Afghanistan per prevenire un collasso totale dell’economia”, ha detto Lyons, precisando che il risultato sarebbe “una grave recessione economica che potrebbe generare un’ondata di rifugiati e riportare indietro il Paese di generazioni”.
Ma sul campo la violenza non si ferma: due giornalisti sono stati picchiati e forse torturati e le immagini shock hanno fatto il giro del mondo. “Temevo di morire”, a raccontato uno dei due. Scorrendo infine i nomi di coloro che compongono il nuovo governo emerge, ad esempio che il mullah Mohammad Hassan Akhund, scelto come premier (già capo del Consiglio direttivo dei talebani, la Rahbari Shura) è dal 2001 considerato un terrorista dalle Nazioni Unite, giudicato uno dei “più pericolosi terroristi talebani”, ed è ritenuto un terrorista anche dall’Ue e dal Regno Unito, oltre ad essere stato sanzionato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il mullah Hassan è stato ministro degli Esteri sotto il regime dei talebani tra il 1996 e il 2001, governatore di Kandahar e consigliere politico del mullah Omar, di cui era uno stretto collaboratore.