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giovedì, Novembre 21, 2024

Afghanistan: comunita’ cattoliche e protestanti chiedono corridoi umanitari

ROMA, 17 AGOSTO – Le terribili immagini che provengono da Kabul non fanno che accrescere il disappunto e la disperazione, oltre alla necessità di un pronto intervento da parte della comunità internazionale. 

A tal riguardo, la comunità di Sant’Egidio si è unita alla Federazione delle chiese evangeliche italiane e alla chiesa valdese per richiedere l’urgente attivazione di corridoi umanitari dall’Afghanistan. Da oltre sei anni impegnate nella protezione delle popolazioni civili colpite da conflitti armati in Libia e Libano, le comunità cattoliche e protestanti hanno offerto il loro supporto e la loro esperienza per la protezione dei profughi provenienti dal territorio afghano. 

“Siamo a disposizione per realizzare un progetto analogo a favore dei profughi afghani, pronti a collaborare con le istituzioni, le amministrazioni locali e altre espressioni della società civile che vogliano condividere questo urgente progetto umanitario”, hanno detto in una dichiarazione congiunta Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant’Egidio, Luca M. Negro, Presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia e
Alessandra Trotta, Moderatora della Tavola valdese.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati stima che dall’inizio dell’anno il numero di civili costretti a lasciare le loro abitazioni in Afghanistan sia intorno alle 400mila unità, dei quali circa l’80% donne e bambini. A questi vanno aggiunti i 2,9 milioni di sfollati presenti sul territorio afghano già prima del 2020. Tali numeri rendono la situazione interna drammatica, e rendono ulteriormente necessaria la protezione dei cittadini afghani rifugiati in paesi esteri. Per questo motivo, oltre ad offrire il loro supporto, le comunità cattoliche e protestanti hanno invocato a gran voce una risposta coerente e comune da parte degli Stati e in particolare ai paesi europei il blocco dei rimpatri forzati e la riesamina delle domande di asilo rigettate. 

La necessità di proteggere i diritti umani e i valori fondanti dei paesi occidentali richiamati dal comunicato congiunto delle comunità religiose, come democrazia, libertà di espressione e di istruzione, si scontra però con la polarizzazione politica che ha assunto il tema migratorio in ambito europeo. Memori della crisi del 2015, alcuni paesi come l’Austria hanno reiterato la linea dura assunta in ambito di asilo, mentre Germania, Paesi Bassi, Danimarca, Belgio e Grecia hanno modificato le loro posizioni iniziali in seguito al peggioramento della crisi afghana. Dal canto suo, l’Italia si è dichiarata disposta ad accogliere i grandi flussi migratori dei prossimi mesi tramite le parole della ministra dell’Interno Lamorgese, che ha però sottolineato la necessità di una stretta cooperazione tra le istituzioni coinvolte nel processo al fine di evitare la minaccia del terrorismo. (@giorgiodelgallo)

OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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