FUZHOU, 20 LUGLIO – ”Questo è il momento della risurrezione, e questa è una sessione cruciale”: lo ha detto nel suo discorso alla 44/a sessione del Comitato del patrimonio mondiale che si sta svolgendo a Fuhzou, in Cina, fino al 31 luglio’, la Direttrice Generale dell’UNESCO, Audrey Azoulay, che ha illustrato la situazione di crisi in cui molti siti del patrimonio mondiale si sono venuti a trovare durante la pandemia da COVID-19. Azoulay ha ricordato come ci si stia avvicinando al cinquantesimo anniversario della Convenzione sulla protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale del 1972, e come ”questa sessione possa servire per rivedere l’organizzazione stessa della Convenzione, dai processi per l’iscrizione, alla conservazione e fino all’impatto sulle popolazioni locali, cercando di comprenderne i successi, ma anche le occasioni perse”.
Azoulay ha poi affrontato il tema della scarsa rappresentatività di alcune regioni rispetto ad altre, come nel caso specifico dell’Africa, che con soli 96 beni iscritti, costituisce meno del 9% della Lista del Patrimonio Mondiale. ”E’ troppo poco e molto lontano dal rappresentare la profondità e la storia del patrimonio culturale e naturale di un continente che dovrebbe contare per un quarto dell’umanità nel 2050”. Ed è per questo che l’UNESCO nel 2021 ha fornito aiuti per correggere lo squilibrio, mettendo a disposizione circa 8,5 milioni di dollari per formare esperti o per fronteggiare gli elevati costi per la preparazione dei dossier per le candidature. ”Questa è la vera essenza della Convenzione: promuovere e proteggere il patrimonio attraverso la solidarietà internazionale, come si è fatto nelle campagne in Nubia, a Venezia, ad Angkor, a Cartagine, modellando così la nostra missione per il Patrimonio Mondiale. In questi momenti, quando sembra che ‘Tutto stia crollando’, per citare il lavoro dello scrittore nigeriano Chinua Achebe, preservare il patrimonio non è un lusso. E’ un prerequisito per assicurare che le cose non crollino ancora di più”.
Per evitare che ‘tutto crolli’, non si possono trascurare due problemi: il riscaldamento globale e la perdita della biodiversità. La Azoulay ha affermato che non c’è tempo da perdere, è necessario agire ora, ”oppure molti tesori potrebbero sparire e la loro perdita sarebbe irrimediabile. Ecco perché La Lista dei siti del Patrimonio Mondiale in Pericolo è uno strumento molto importante”.
”In questi tempi di profonda crisi, la protezione del patrimonio mondiale costituisce un esercizio assolutamente unico di diplomazia applicata per raggiungere la pace, in cui gli Stati membri si ritrovano intorno a un obiettivo comune, al di là della somma di interessi nazionali o di negoziati di interesse a breve termine. Le decisioni che saranno prese avranno conseguenze sul mondo intero e avranno un impatto sui nostri giovani, sul loro futuro, sul mondo in cui vivranno le generazioni future”, ha concluso la Azoulay.