NEW YORK, 22 GIUGNO – Crescenti sfide umanitarie e un processo politico sempre più difficile e incerto contrassegnano il decimo anniversario dell’indipendenza del Sud Sudan, lo Stato membro più giovane delle Nazioni Unite, secondo la valutazione che il rappresentante speciale del Segretario generale ha fatto ai membri del Consiglio di sicurezza.
Nicholas Haysom, che guida anche la Missione delle Nazioni Unite nella Repubblica del Sud Sudan (UNMISS), ha ricordato l’ottimismo internazionale che aveva circondato l’indipendenza del paese il 9 luglio 2011. Un decennio dopo, tuttavia, la costante insicurezza continua a ostacolare la realizzazione di una pace duratura e sostenibile.
Riportando alcuni risultati sul campo Haysom ha rilevato che il governo del Sud Sudan ha ricostituito la legislatura nazionale e nominato 550 nuovi membri. Ha inoltre istituito una task force per sovrintendere e coordinare la giustizia ordinaria e altre riforme giudiziarie. Il governo ha anche avviato un “processo permanente di costituzione”, basato su una confronto inclusivo che mira a gettare le basi per un nuovo contratto sociale tra i cittadini del Sud Sudan. “Redigere una Costituzione nazionale è un atto di sovranità per eccellenza”, ha dichiarato Haysom. “Esprime le più alte aspirazioni di una nazione e i suoi valori più preziosi”.
L’UNMISS ha intanto recentemente dispiegato una missione di valutazione per lo svolgimento di elezioni libere ed eque. A breve sarà presentata una relazione dettagliata.
Passi lenti
Nonostante questi progressi, l’attuazione complessiva dell’accordo di pace adottato nel 2018 sullo sfondo di molteplici crisi politiche e di sicurezza, rimane lenta. Le disposizioni transitorie in materia di sicurezza ad esempio segnano il passo e l’insicurezza continua a impedire che la pace sostenibile si radichi. Haysom ha detto all’Onu che nel 2021 oltre l’80% delle vittime civili è stato attribuito alla violenza interna e alle milizie basate sulle comunità. Tra i molti compiti critici l’UNMISS continua a sostenere il governo nella protezione delle popolazioni sfollate. L’insicurezza radicata ha anche ostacolato la coltivazione agricola e contribuito a una serie di incursioni per razziare il bestiame.
L’UNMISS, ha detto Haysom, continua a collaborare con le autorità e le comunità locali per promuovere la riconciliazione, garantire il rilascio di donne e bambini rapiti e facilitare la fornitura di assistenza umanitaria.
Infine Haysom ha lanciato l’allarme sul preoccupante indebolimento delle istituzioni dello Stato di diritto e sul deterioramento delle condizioni economiche, che hanno portato a una maggiore criminalità e ad attacchi conto gli operatori umanitari. Solo nel 2021, quattro operatori umanitari sono stati uccisi in Sud Sudan e milioni di dollari di forniture umanitarie sono state saccheggiate o distrutte.
“La comunità internazionale ha promesso il suo sostegno al Sud Sudan quando è nato”, ha concluso Haysom. “Questo impegno rimane importante e urgente oggi perchè la nazione più giovane del mondo possa offrire pace e sicurezza ai suoi cittadini”.