GINEVRA, 4 MAGGIO – In qualità di inviato speciale dell’Onu per l’istruzione globale, l’ex primo ministro britannico Gordon Brown ha chiesto alle nazioni più ricche del mondo di finanziare la vaccinazione COVID-19 nei paesi più poveri, evidenziando la necessità di raccogliere circa 60 miliardi di dollari nei prossimi due anni.
Parlando durante il consueto briefing dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e in vista del vertice del G7 del mese prossimo, Brown ha affermato che l’inazione porterà solo a una maggiore divisione globale. “Con la nostra incapacità di estendere la vaccinazione più rapidamente a tutti i Paesi, scegliamo chi vive e chi muore”, ha avvertito.
“E io dico che il mondo è già troppo profondamente diviso tra ricchi e poveri per permettere che si crei una nuova divisione incolmabile”.
Come Primo Ministro Brown ha ospitato il vertice del G20 nel 2009, in occasione del quale le principali economie del mondo hanno impegnato altri 1,1 trilioni di dollari per affrontare le conseguenze della crisi finanziaria globale. Ora è impegnato in una campagna di sensibilizzazione per chiedere che il G7 “dispieghi tutta la sua ricchezza per porre fine alla pandemia”.
Più casi di COVID-19 sono stati segnalati nelle ultime due settimane rispetto ai primi sei mesi della pandemia, con India e Brasile che rappresentano la metà di tutti i contagi, ha detto da parte sua il capo dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus. “I paesi del G7 sono i leader economici e politici del mondo. Ospitano anche molti dei produttori mondiali di vaccini. Risolveremo la crisi dei vaccini solo con i leader di questi Paesi”, ha detto.
Tedros ha riferito che la storica collaborazione globale per lo sviluppo e la fornitura di vaccini COVID-19 nei paesi di tutto il mondo, noto come ACT Accelerator, rimane sottofinanziato di 19 miliardi di dollari. L’anno prossimo saranno necessari fino a 45 miliardi di dollari per vaccinare la maggior parte degli adulti.
“Ci troviamo di fronte a una minaccia condivisa che possiamo superare solo con soluzioni condivise“, ha affermato. “Occorre condividere risorse finanziarie, condividere dosi di vaccini e capacità di produzione e condividere tecnologia, know-how e rinunciare alla proprietà intellettuale.”
Per Brown, la vaccinazione globale di massa non è un atto di carità, ma “la migliore polizza assicurativa per il mondo“.
I 60 miliardi di dollari di finanziamenti sono necessari non solo per i vaccini, ma anche per le forniture mediche vitali, la diagnostica e l’ossigeno medico “attualmente e vergognosamente – ha sottolineato – a corto di risorse in India e altrove”. L’inv iato Onuha fornito ai paesi ricchi una formula per farsi carico dei costi, basata sul reddito nazionale, sulla ricchezza attuale e sui benefici derivanti dalla ripresa degli scambi.
La ripartizione vedrebbe gli Stati Uniti coprire il 27 per cento, l’Europa il 23 per cento, il Giappone il sei per cento e il Regno Unito il 5 per cento. Australia, Canada e Corea del Sud pagheranno il due per cento ciascuno.
“Dico al G7… hai il potere e la capacità di pagare quasi due terzi dei costi e assicurarti una svolta storica concordando una formula equa di ripartizione degli oneri che potrebbe coprire l’offerta sanitaria globale”, ha affermato, aggiungendo: ”Le principali economie del mondo, ovvero il G20, potrebbero coprire oltre l’80% del costo e donare le dosi di vaccino urgentemente necessarie, mentre i 30 paesi più ricchi del mondo potrebbero pagare per oltre il 90%.