ROMA/GINEVRA, 15 MARZO – Nel 2020 l’Italia e’ stata il decimo Paese per livello di contribuzione al Wto, “con circa 5 milioni di franchi, ovvero il 2,5% del contributo globale”. Lo ha detto Gian Lorenzo Cornado, rappresentante permanente d’Italia presso le organizzazioni internazionali a Ginevra, durante un’audizione in commissione Esteri della Camera sulle dinamiche del commercio internazionale e interesse nazionale.
L’audizione si e’ svolta in videoconferenza e ha toccato molti temi. Cornado ha riferito a Montecitorio che, dall’anno della sua fondazione, il Wto ha contribuito a ridurre di un miliardo i cosiddetti ‘poveri assoluti'”. “Il commercio – ha detto l’Ambasciatore – contribuisce al raggiungimento di diversi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra cui quelli della poverta’ zero, fame zero, buona salute e benessere, parita’ di genere, lavoro dignitoso e crescita economica, riduzione delle disuguaglianze.
Fornendo dati di interesse nazionale, Cornado ha quantificato che l’incidenza dell’export sul Pil italiano “nel 2019 e’ stata del 32%” e il valore delle esportazioni nazionali e’ stato “pari a 476 miliardi di euro, a fronte di importazioni per 423 miliardi di euro, e di un saldo positivo di circa 53 miliardi di euro”. Secondo le piu’ recenti stime del Wtc l’Italia e’ il nono Paese a livello mondiale per esportazione di beni e il quattordicesimo per quella di servizi commerciali, mentre figura ai primi posti anche tra gli importatori: undicesimo per i beni, dodicesimo per i servizi. “Bastano questi numeri – ha osservato – a confermare l’interesse del nostro Paese a difendere un’economia mondiale aperta ed inclusiva, e a promuovere la liberalizzazione e la facilitazione di scambi e investimenti.
“Dobbiamo credere al multilateralismo, perche’ non ci sono altre strade: quella che puo’ sembrare una ‘guerra fredda’ tra Usa e Cina forse va vista piu’ come una concorrenza fra grandi potenze”, ha poi replicato rispondendo alla domanda di un parlamentare. La pandemia, sostiene Cornado, non e’ una nuova guerra fredda, ma “una nuova guerra mondiale contro il Covid, come ci fu la seconda guerra mondiale contro il nazismo; quello che bisogna evitare e’ una nuova guerra fredda post-Covid, cioe’ una concorrenza aggressiva da parte delle grandi potenze”. Cornado d’altra parte ha osservato che le attuali regole del Wto si sono dimostrate incapaci di contrastare le distorsioni del mercato provocate da Paesi come la Cina, che pratica una concorrenza agguerrita attraverso un’economia di Stato basata sui sussidi e sul trasferimento forzato di tecnologia. La funzione di monitoraggio del Wto, spiega Cornado, “in tale contesto e’ stata paralizzata da procedure inefficaci e ripetitive che hanno impedito di risolvere le dispute commerciali tra gli Stati membri, costringendoli a ricorrere al Dispute settlement body, l’organo di risoluzione delle controversie dell’organizzazione”. (@OnuItalia)