PARIGI, 18 DICEMBRE – L’arte musicale dei suonatori di corno da caccia e’ stata iscritta tra i patrimoni mondiali immateriali dell’UNESCO. E’ un riconoscimento che “suona” piemontese. La candidatura, presentata da Italia, Francia, Germania, Belgio e Lussemburgo, era partita infatti nel 2014 dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi e ha avuto come anima
l’Accademia di Sant’Uberto e il suo Equipaggio della Regia
Venaria.
Soddisfazione dal Piemonte
Nata in Francia, la tradizione musicale del corno da caccia si e’ allargata in Europa raggiungendo il Nord Italia. “Questo riconoscimento riguarda direttamente la nostra regione ha commentato l’assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Vittoria Poggio – e si aggiunge ai tanti riconoscimenti Unesco avuti dal Piemonte, architettonici, naturalistici, gastronomici, con la peculiarità di contribuire alla loro valorizzazione”.
In 25 anni di attività l’Accademia di Sant’Uberto, ha spiegato il
presidente Pietro Passerin d’Entrèves, “ha ideato e realizzato
iniziative diverse e operato anche all’estero e attualmente è in
corso il progetto ‘Musica da Vedere’, una particolare visita
guidata dove la narrazione dei cicli di dipinti venatori a
Stupinigi e alla Venaria Reale è accompagnata dal vivo dal suono del corno da caccia che corrisponde ad ogni azione
rappresentata.
Con l’arte dei suonatori di corno da caccia l’UNESCO ha iscritto ieri nelle sue liste anche l’arte delle perle di vetro veneziane. Salgono cosi’ a 69 – ha commentato il ministro per i beni culturali, Dario Franceschini, i siti italiani iscritti nelle varie liste tenute dall’UNESCO dei patrimoni mondiali dell’umanità. (@OnuItalia)