ROMA, 5 NOVEMBRE – L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) ha oggi formalmente inaugurato la “Food Coalition”, un nuovo strumento proposto dall’Italia per un’azione concertata finalizzata a evitare che l’emergenza sanitaria mondiale legata alla pandemia COVID-19 inneschi una crisi mondiale dagli effetti catastrofici.
Descritta come una “rete di reti”, la Food Coalition è un’alleanza multilaterale e multisettoriale istituita su base volontaria per supportare iniziative innovative che garantiscano l’accesso al cibo, aumentino la resilienza dei sistemi agroalimentari e li indirizzino verso percorsi più sostenibili. Oltre 30 paesi hanno già manifestato il proprio interesse ad aderire all’iniziativa che sosterrà le azioni in corso e future per contrastare gli effetti devastanti della pandemia e riportare i paesi sulla strada giusta per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030, primo fra tutti l’eliminazione della fame e della povertà.
Il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu, ha dato il via al lancio virtuale assieme al Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte e al vice Primo Ministro olandese Carola Schouten, in rappresentanza di due paesi che hanno già espresso un impegno concreto in favore della Food Coalition, mettendo a disposizione risorse finanziarie.
“Dobbiamo promuovere lo scambio di conoscenze e approfittare dello slancio globale per promuovere la sicurezza alimentare e la nutrizione” ha dichiarato Qu, mentre Conte, sottolineando che l’Italia promuoverà questa causa quando assumerà la Presidenza del G20 l’anno prossimo, ha osservato che “di fronte alla pandemia, occorre raddoppiare gli sforzi e rafforzare l’impegno abituale per sostenere i più vulnerabili”.
Hanno partecipato all’evento anche due premi Nobel per la pace: Tawakkol Karman e Muhammad Yunus, entrambi membri dell’Alleanza FAO-Premi Nobel per la sicurezza alimentare e la pace.
L’interesse per la Food Coalition è notevole tra i membri del G-20, il che fa ben sperare in un potenziale ampliamento della base di aiuti e risorse in termini di esperienze e competenze, impegno politico e mobilitazione di fondi. Alle tavole rotonde previste nell’ambito dell’evento inaugurale sono intervenuti anche i ministri di Costa Rica, Israele, Italia e Nigeria, nonché gli ambasciatori di Cina e Stati Uniti d’America.
In aggiunta ai 690 milioni di affamati registrati nel 2019, quest’anno la pandemia COVID-19 potrebbe far migrare fino a 132 milioni di nuove persone in tutto il mondo nelle fila dei sottoalimentati, uno scenario che descrive in maniera efficace le difficoltà che la pandemia pone al raggiungimento dell’obiettivo dell’eradicazione della fame entro il 2030.
L’attuale crisi sanitaria, inoltre, avrà effetti cronici sulla sicurezza alimentare, compromettendo la produzione alimentare, la salute degli agricoltori e il loro accesso ai mercati, nonché il lavoro e i mezzi di sussistenza delle popolazioni rurali, con un conseguente calo della domanda e dell’offerta di generi alimentari nelle zone sia rurali che urbane, che a sua volta pregiudicherà lo stato nutrizionale della popolazione.
“In tutto il mondo dobbiamo assicurarci che le filiere alimentari continuino a funzionare e che i lavoratori agricoli e i consumatori più fragili, sia urbani che rurali, non siano spinti oltre la soglia della povertà”, ha affermato il Direttore Generale della FAO.
Per scongiurare questo scenario, la Food Coalition promuove un’azione globale unificata in risposta alla pandemia COVID-19 e ai rischi che essa pone ai sistemi agroalimentari. Nel concreto, l’iniziativa offre un fondo fiduciario dedicato e un polo informatico in rete, che consentono ai partecipanti di accedere a un “paniere” di dati e informazioni specifiche per progetto, nonché alle risorse e alle tipologie di aiuti necessari per numerosi progetti sul campo.
La FAO ha elaborato Schede d’azione contenenti informazioni specifiche, che saranno continuamente aggiornate. Gli ambiti di intervento vanno dalle politiche integrate di tutela sociale in America latina al sostegno ai lavoratori migranti del settore agricolo in Asia centrale ed Europa orientale, dal rafforzamento delle capacità per contrastare la resistenza agli agenti antimicrobici in Africa fino all’accelerazione nell’uso di dati geospaziali da parte della nuova banca dati della FAO.
“L’emergenza COVID-19 ci ha insegnato che è necessario rafforzare la resilienza dei sistemi agroalimentari, sia per essere pronti a ridurre al minimo i rischi sia per imparare a far fronte ai rischi emergenti,” ha spiegato l’Economista capo della FAO, Maximo Torero. “La Food Coalition è un valido aiuto in questo senso.” In luglio, la FAO ha avviato un Programma di risposta e ripresa dall’emergenza COVID-19 articolato in sette ambiti di intervento prioritari per aiutare i paesi a far fronte alle crisi immediate innescate dalla pandemia e per preparare la ripresa e una ricostruzione efficace dei settori agroalimentari.
La Food Coalition mobiliterà aiuti di alto livello in ambito politico, finanziario e tecnico, che permetteranno la realizzazione di azioni tempestive ed energiche in risposta alle esigenze e alle richieste dei singoli paesi individuate attraverso il Programma.
“La FAO è dotata di una struttura e di capacità uniche per portare a compimento questa alleanza globale,” ha affermato il Direttore Generale aggiunto della FAO, Beth Bechdol, osservando che l’Organizzazione ha gli strumenti per promuovere un dialogo costruttivo tra i suoi 194 membri, vanta legami con numerosi altri partner di spicco e dispone di un’estesa rete di nazioni grazie alla quale è possibile definire interventi estremamente mirati e stabilire un adeguato ordine di priorità per quanto concerne i pareri dei singoli paesi. (@OnuItalia)