BRUXELLES, 13 GENNAIO – ”Insistiamo sul processo guidato dalle Nazioni Unite” per tornare al tavolo negoziale in Libia: la ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, aggiungendo che quanto a questioni come la missione Sophia, ”l’Unione è composta da Stati membri e le decisioni su questi dossier si prendono al Consiglio”. In questi ultimi giorni sulle questioni internazionali come Libia, Iran e Iraq si è registrata una grande attività della diplomazia, con incontri a Bruxelles, in Turchia, a Mosca che per ora hanno avuto il merito di far scendere di qualche grado la tensione, con la disponibilità ad una tregua, tra le parti in Libia.
“Promuoviamo un cessate il fuoco efficace e un embargo sulle armi degno di questo nome”, seguito da “un processo politico sotto l’egida delle Nazioni Unite”, ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, al Consiglio Affari esteri a Bruxelles. “Se non riusciremo a trovare una soluzione politica a breve, allora la Libia diventerà una nuova Siria motivo per cui abbiamo iniziato il processo di Berlino”, ha sottolineato Maas, che è poi volato a Mosca con Angela Merkel per parlare con il presidente russo Putin. “Anche la Russia ha un ruolo importante in questo conflitto e vogliamo che sia coinvolta nel trovare una soluzione”, ha aggiunto.
“Sosteniamo tutti gli appelli ad un cessate il fuoco. Ho inviato due messaggi al Parlamento di Tobruk e al Consiglio di Stato di Tripoli per iniziare un dialogo politico prima della fine del mese”, ha annunciato a Bruxelles l’inviato Onu per la Libia Ghassan Salamé.
Infine il ministro degli esteri Luigi di Maio ha insistito perchè ”su Iran, Iraq e Libia l’Ue parli con una sola voce. Bisogna fermare ogni tipo di interferenza esterna. Bisogna bloccare la vendita di armi. L’unica strada è il dialogo. Non esiste una risposta militare”