ROMA, 21 GIUGNO – In occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, Medici senza Frontiere MSF ha voluto pubblicare le ‘Storie di sopravvivenza’ che i suoi staff hanno raccolto in tutto il mondo. Attualmente più di 70 milioni di persone nel mondo sono costrette a fuggire dai loro paesi, il numero più alto mai registrato nella storia moderna. Sono persone che non hanno più la casa perché distrutta dalle bombe, sopravvissuti alla tortura e alle violenze sessuali, bambini traumatizzati che devono far fronte a viaggi pieni di pericoli e sofferenze.
Ricordando che l’organizzazione umanitaria agisce in numerosi contesti fornendo cure mediche gratuite ai rifugiati e agli sfollati in tutte le regioni del mondo, lavorando in zone di conflitto, come in Siria – nel campo di Al Hol, nel nord-est del paese, dove sorge una struttura medica, tre centri nutrizionali e una clinica mobile a servizio di circa 73.000 sfollati – ma anche in Iraq, Afghanistan, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo, MSF si trova anche in Nord Africa, Europa, nelle Americhe e in Asia.
Infine Msf ricorda il lavoro sulle rotte migratorie più mortali del mondo, come in Libia dove vengono assistiti i migranti detenuti nei centri, ma anche le famiglie libiche sfollate a causa del conflitto. E nei paesi che ospitano il più grande numero di rifugiati al mondo, come in Bangladesh, dove tra agosto 2017 e dicembre 2018 si sono registrate più di un milione di visite mediche ai rifugiati Rohingya, ma anche in Etiopia, Libano, Uganda, Pakistan.
Le ‘Storie di sopravvivenza’ sono testimonianze di chi ha rischiato tutto per mettersi in salvo
Dalla Siria al Libano
Mohammad è arrivato in Libano con suo figlio Talha di 10 anni, nato con un difetto cardiaco. ”Siamo stati costretti a fuggire dalla Siria per continuare la sua cura. Qui il nostro più grande problema è di tipo economico: la scuola per i bambini, le cure mediche, le medicine. Vorrei per Talha e la mia famiglia una vita migliore vorrei che stesse meglio e in salute per continuare la nostra vita insieme”. Talha ha quattro fori cardiaci e ha bisogno di un centro specialistico per un trapianto di cuore che dovrebbe fare quanto prima.
Dalla Guinea all’Ex-MOI di Torino
M., originario della Guinea, ha 21 anni ed è arrivato in Italia qualche anno fa. Oggi vive all’Ex MOI di Torino, dove MSF porta avanti dal 2016 un progetto di orientamento ai servizi sanitari pubblici territoriali rivolto ai residenti delle palazzine, in collaborazione della ASL ‘Città di Torino’ e del Comune di Torino.
”Dovevamo montare una giostra per bambini: sono caduto da un camion e mi sono rotto un braccio. Sono rimasto in ospedale per due giorni, poi sono ritornato all’Ex-MOI. Le persone di MSF mi hanno aiutato ad avere la tessera sanitaria e un medico. Poi mi hanno accompagnato in ospedale per l’operazione e per la fisioterapia. Mi hanno aiutato anche quando ho deciso di denunciare il mio titolare che al pronto soccorso non aveva dichiarato che ero stato vittima di un incidente sul lavoro. Non parlando l’italiano, è come se non riuscissi a fare niente da solo”.
Dal Venezuela alla Colombia
Marilyn Diaz e la sua famiglia sono arrivati a Tibù (in Colombia) un anno e mezzo fa, dopo aver lasciato il Venezuela a causa di difficoltà economiche. MSF ha assistito Marilyn durante la gravidanza e il suo primo figlio quando ha smesso di mangiare Mi sono rivolta a MSF perché ero incinta, avevo problemi fisici e mio figlio aveva praticamente smesso di mangiare. Hanno visitato entrambi. Mio figlio era sottopeso, gli hanno dato del cibo terapeutico e ora sta molto meglio. A me hanno dato medicine e vitamine. Ho partorito 3 giorni fa, qui in ospedale. È andato tutto bene. Qui sopravviviamo, ma non vediamo l’ora di tornare a casa”.