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Mozambico: ciclone Idai, confermati primi casi di colera. Cosa fa MSF

BEIRA, 28 MARZO – Il ciclone Idai che ha devastato il Mozambico fa altre vittime: il governo ha infatti dichiarato ufficialmente la presenza di casi di colera nella città di Beira la più colpita dal disastro. Le équipe di Medici senza Frontiere, impegnate nella risposta all’emergenza, fanno sapere che supportano il Ministero della Salute locale nel trattare i casi sospetti e stanno lavorando per aumentare le attività di prevenzione e cura della malattia.Mozambico

Gabriele Santi, Vice coordinatore MSF per l’emergenza a Beira ha detto che ”data l’enorme quantità di acqua che ha attraversato la città di Beira durante il ciclone e il volume dei danni che ha causato, non sorprende che emergano malattie trasmesse dall’acqua come il colera. MSF sta già supportando il Ministero della Salute per curare i casi sospetti di colera in tre strutture sanitarie della città e finora abbiamo trattato più di 200 pazienti al giorno. Stiamo lavorando per sostenere un sempre maggior numero di unità di trattamento del colera e riabilitare un centro di trattamento più grande, e stiamo valutando con il Ministero della Salute la possibilità di procedere ad un’ampia campagna di vaccinazione contro il colera nell’area”.

Mozambico
Gabriele Santi

Oggi più di un milione di persone sta cercando a fatica di ricostruire la propria vita nelle regioni inondate del Mozambico, e molti hanno urgente bisogno di assistenza anche per le necessità di base per sopravvivere. Secondo Anja Borojevic, esperta MSF di potabilizzazione dell’acqua, ”il ciclone ha sostanzialmente distrutto la rete idrica della città, limitando l’accesso all’acqua potabile. Molte persone sono costrette a bere acqua da pozzi contaminati, o addirittura l’acqua stagnante ai lati delle strade. Nelle strutture sanitarie supportate da MSF sono arrivati centinaia di pazienti colpiti da diarrea acuta in pochi giorni, ai quali forniamo trattamenti di reidratazione orale salvavita… Abbiamo avviato una risposta massiva, con oltre 60 operatori internazionali e 4 cargo aerei con forniture d’emergenza arrivati sul posto”.Mozambico

MSF ricorda che nell’emergenza attuale è coinvolto anche lo staff già presente nel Paese per i progetti HIV, e altro personale è stato assunto localmente per affrontare la situazione. Le attività mediche e logistiche sono in aumento ora che il sistema di emergenza è pienamente in funzione. L’omg, oltre al supporto fornito all’interno delle strutture sanitarie, gestisce cliniche mobili per fornire cure mediche di base alle comunità più colpite. Questi team – composti da medici, paramedici, infermieri, promotori della salute e consulenti – stanno visitando le aree più povere di Beira e alcuni dei 37 centri di transito dove sono radunate le famiglie rimaste senza casa e i sopravvissuti provenienti dalle aree inondate fuori Beira. Finora le cliniche mobili hanno curato principalmente casi di diarrea, infezioni del tratto respiratorio e della pelle, ferite infette o lesioni subite dalle persone mentre ricostruivano le loro case. I casi più gravi vengono trasferiti nella struttura sanitaria più vicina. MSF ha setto infine che estenderà le sue attività oltre la città di Beira, verso le aree più colpite dell’entroterra e a sud della città, nelle province di Manica e Sofala, comprese le città di Buzi e Dondo che hanno subito gravi danni.

(@novellatop,  28 marzo  2019)

Maria Novella Topi
Maria Novella Topihttps://onuitalia.com
Maria Novella Topi è stata a lungo capo servizio della Redazione Esteri dell'Ansa. Tra le sue missioni l'Albania (di cui ha seguito per l'agenzia la caduta del comunismo e le successive rivolte), l'Iraq e la Libia. Ha lavorato per lunghi periodi nell'ufficio di corrispondenza di Parigi. Collabora da Roma a OnuItalia.

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