NEW YORK, 13 FEBBRAIO – La rappresentanza Permanente italiana all’Onu ha lanciato oggi la sua campagna in occasione del 70esimo anniversario dell’Italia all’Onu ricordando l’ambasciatore Alberico Casardi che il 15 dicembre 1955, all’indomani dell’ammissione dell’Italia nella organizzazione mondiale per la pace, fu il primo Rappresentante Permanente ad occupare il nuovo seggio italiano in Assemblea Generale sotto la presidenza del cileno Jose Maza.
Nato a Siena nel 1903, dopo aver completato gli studi in giurisprudenza all’Università di Roma nel 1927, Casardi fu viceconsole a New York, console a Callao (Perù), segretario della delegazione italiana alla conferenza economica di Londra, segretario della legazione a Londra, primo segretario della legazione a Berlino e consigliere a Buenos Aires. Rientrato a Roma nel luglio 1944 deteneva il titolo di inviato dal 1951 quando, alla fine di ottobre 1954, fu nominato Capo della Delegazione Italiana alle Nazioni Unite inizialmente come osservatore.
L’incarico a New York fu di breve durata. Nel maggio 1956, Casardi fu nominato Vice Segretario Generale per gli Affari Politici della NATO. In questa veste, gestì temporaneamente le attività di Paul-Henri Spaak, dimessosi il 4 marzo 1961, per diverse settimane nella primavera dello stesso anno fino a quando, nell’ aprile 1961, Dirk Stikker fu eletto Segretario Generale. E’ stato quindi ambasciatore in Belgio dal 1962 al 1963 e tre anni dopo e’ stato collocato a riposo.
Il primo discorso dell’Amb. Casardi
Ecco, a seguire, la traduzione italiana del primo intervento di Casardi, a nome dell’Italia, all’Assemblea generale dell’ONU: “È con non poca emozione che prendo la parola per la prima volta in questa Assemblea nella veste di rappresentante di uno Stato Membro, e desidero innanzitutto rivolgere un sincero ringraziamento a tutti quei paesi – e sono molti, la grande maggioranza dei paesi qui rappresentati – che, nel corso di molti anni, non hanno mai cessato di proclamare e sostenere il diritto dell’Italia a entrare nella famiglia delle Nazioni Unite. Durante quegli anni, voci amiche si sono ripetutamente levate a favore della nostra causa, sia nell’Assemblea che nel Consiglio di Sicurezza, e molte risoluzioni, votate all’unanimità, hanno sostenuto la paziente attesa dell’Italia con la forza del loro significato politico e morale.
Il mio pensiero va in particolare non solo ai nostri alleati occidentali, ma a tutti i paesi dell’America Latina. Con il loro impegno e il loro costante sostegno, hanno dimostrato in modo che non dimenticheremo mai la forza dei legami che ci uniscono, radicati in una comune razza, civiltà e religione. Non è una circostanza casuale che l’impasse sull’ammissione di nuovi membri sia stata superata sotto la presidenza di un illustre rappresentante del Cile.

Oggi l’Italia prende posto in questa Assemblea. La Costituzione adottata dal popolo italiano sancisce tutti i principi fondamentali su cui si basa questa Organizzazione. Aderendo alla Carta delle Nazioni Unite, l’Italia conferma infatti i principi delle politiche che regolano la sua vita come nazione libera e democratica. L’Italia conferma inoltre la sua profonda aspirazione alla pace e alla giustizia internazionali. La pacifica convivenza tra i popoli del mondo, basata sul rispetto della libertà e delle istituzioni democratiche e mantenuta in uno spirito di costruttiva collaborazione internazionale, è il più alto ideale del popolo italiano.
Questi sono gli obiettivi e gli scopi che hanno guidato la politica estera del mio paese negli anni recenti della sua esclusione dalle Nazioni Unite, ed è con la sincera speranza di poter contribuire sempre più efficacemente al raggiungimento di questi ideali che l’Italia ha aderito alle Nazioni Unite.
Pienamente consapevole di essere erede di un’antica civiltà, l’Italia riconosce l’importanza della tradizione e della storia nella vita delle nazioni, e la sua simpatia va ai giovani Stati dell’Asia e dell’Africa – una simpatia che si è già felicemente tradotta, in molti casi, in legami di stretta collaborazione. Uso l’espressione “giovani Stati” anche se, come il mio paese, essi sono rappresentanti di antiche civiltà e hanno contribuito enormemente alla storia dell’umanità.
Una delle funzioni fondamentali di questa Organizzazione è senza dubbio quella di armonizzare al proprio interno le aspirazioni e gli ideali di popoli e civiltà differenti. In un mondo in continua evoluzione, devono essere trovate nuove relazioni tra le vecchie e le nuove realtà politiche e umane. Le Nazioni Unite sono il centro naturale di questo processo e il loro obiettivo naturale è quello di adempiere a questo compito storicamente importante nell’interesse di tutti i popoli del mondo. L’Italia intende apportare a questo compito uno spirito di moderazione e saggezza. In quanto erede di un’antica civiltà, il mio paese conosce e apprezza il valore di civiltà altrettanto grandi, siano esse antiche o recenti.
Desidero concludere questo intervento esprimendo la convinzione che le Nazioni Unite, grazie ai contributi costruttivi e ispirati di tutti i loro membri, raggiungeranno gli obiettivi stabiliti nella Carta e verso i quali l’intero genere umano guarda con aspettativa.
Consentitemi, infine, di unirmi ai tributi resi al Presidente e di cogliere questa occasione per esprimere il sincero apprezzamento della delegazione italiana e il mio personale ringraziamento ai membri del Segretariato e, in primo luogo, al Segretario Generale, per la loro costante cortesia e collaborazione nel passato. (@OnuItalia)