ROMA, 24 GIUGNO – Per una Mariangela Zappia che ha appena concluso la sua missione a Washington o una Cecilia Piccioni, prima donna ambasciatrice a Mosca, in Italia le donne ai vertici della diplomazia restano ancora in minoranza. Ecco dunque il senso della Giornata Internazionale delle Donne nella Diplomazia, istituita con la Risoluzione A/RES/76/269 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2022, in cui l’Onu invita a riflettere sul ruolo essenziale delle donne nella diplomazia multilaterale e nei processi decisionali con l’obiettivo di promuovere una maggiore rappresentanza femminile in un settore tradizionalmente dominato da uomini.
Secondo i dati piu’ recenti dell’ONU, nel 2024 le donne costituivano il 21% dei Rappresentanti permanenti presso il Palazzo di Vetro e la percentuale scende ulteriormente nei ruoli di vertice delle missioni diplomatiche. La Giornata punta a colmare questo gap, sostenendo la piena inclusione delle donne nei processi di negoziazione, mediazione, prevenzione dei conflitti e sviluppo sostenibile.
La situazione in Italia
In Italia, l’accesso delle donne alla carriera diplomatica è garantito dal 1960. Tuttavia, solo negli ultimi vent’anni la presenza femminile ha iniziato a crescere in modo significativo. Secondo l’ultimo Rapporto di Genere della Farnesina (2023), le donne rappresentano circa il 40% del personale diplomatico, ma solo il 25% nei gradi dirigenziali (Ministri plenipotenziari e Ambasciatori).
Nel 2021, Mariangela Zappia è diventata la prima donna Ambasciatrice d’Italia per gli Stati Uniti, dopo essere stata la prima donna Rappresentante Permanente presso le Nazioni Unite a New York e prima ancora presso la NATO. E sempre a proposito di soffitti di vetro sfondati, nell’estate 2024 Cecilia Piccioni e’ diventata la prima donna Ambasciatrice d’Italia a Mosca.
Strumenti e politiche per la parità
L’Italia ha adottato diversi strumenti per promuovere l’uguaglianza di genere nella diplomazia. Tra questi:
- Piano d’Azione Nazionale “Donne, Pace e Sicurezza” (2020–2024), allineato alla Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza ONU, che include misure specifiche per aumentare la presenza femminile nelle missioni di pace, nella diplomazia preventiva e nei processi di ricostruzione post-conflitto.
- Protocollo sulla conciliazione vita-lavoro, che mira a rendere più accessibile la carriera diplomatica anche per le donne con responsabilità familiari, prevedendo congedi flessibili, rientri volontari e assistenza in sede estera.
- Collaborazione con UN Women, sostenendo programmi su leadership femminile e partecipazione politica, in particolare nei paesi partner della cooperazione allo sviluppo.
Il MAECI ha inoltre istituito un sistema di monitoraggio annuale sulla rappresentanza di genere, utile a individuare criticità e valutare l’impatto delle misure introdotte.
La Rete Mediterranea delle Donne Mediatrici
L’Italia si e’ inoltre fatta promotrice, nell’ambito del mandato in Consiglio di Sicurezza del 2017, della Rete Mediterranea delle Donne Mediatrici (Mediterranean Women Mediators Network – MWMN): l’iniziativa, nata per coniugare il ruolo dell’Italia nell’area mediterranea con il suo impegno per la risoluzione pacifica dei conflitti e la promozione delle politiche di parità di genere, è stata inoltre inclusa nel III Piano d’Azione Nazionale (NAP) dell’Italia su Donne, Pace e Sicurezza per il periodo 2016–2019, un impegno rinnovato poi per il quadriennio 2020-2024. L’Italia ha poi rinnovato il proprio impegno nei confronti della Rete nel IV NAP per il periodo 2020–2024. La MWMN e’ una iniziativa promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con l’Istituto Affari Internazionali (IAI) e Women in International Security (WIIS) Italy.
Prospettive e impegni futuri
Secondo l’indice EIGE 2023 sulla parità di genere, l’Italia ha migliorato la propria performance in ambito “potere e rappresentanza”, ma resta sotto la media UE nella componente “leadership estera”. Per rispondere a questa sfida, è previsto per il 2025 un aggiornamento del Piano d’Azione Nazionale WPS, che includerà anche una revisione delle pratiche di selezione diplomatica e un ampliamento dei percorsi formativi gender-sensitive per i funzionari del MAECI. (@OnuItalia)