NEW YORK, 12 LUGLIO – Fornire assistenza per lo sviluppo sostenibile ai Paesi in situazioni speciali, tra i quali i ‘Piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS)’ è una responsabilità della comunità internazionale: lo ha detto l’arcivescovo Gabriele Caccia, rappresentante permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, nel corso del ‘Forum politico di alto livello sullo sviluppo sostenibile’, svoltosi in questi giorni a New York.
Secondo Caccia ”questi Paesi soffrono a causa di debiti ingenti, lente prospettive di crescita, persistente insicurezza alimentare e malnutrizione, estrema vulnerabilità ai cambiamenti climatici e alle catastrofi naturali”. E poiché tutti, ha ricordato l’arcivescovo citando Papa Francesco, ”siamo responsabili della fragilità degli altri mentre ci sforziamo di costruire un futuro comune, è imperativo che le esigenze e le priorità specifiche di sviluppo dei Paesi in situazioni speciali siano affrontate in modo adeguato”.
Il sostegno per una loro ‘prosperità resiliente’, secondo la Santa Sede, potrebbe passare attraverso la concessione di uno ”spazio fiscale necessario per investire nei programmi di trasformazione che rispondano alle esigenze della loro popolazione”. Infatti, ha evidenziato il rappresentante permanente del Vaticano, ”l’onere crescente del debito sopportato da numerosi Sids sta diventando sempre più insostenibile, intrappolandoli in un ciclo di dipendenza che impedisce loro di affrontare le questioni più urgenti, come l’eliminazione della povertà e il cambiamento climatico”.
Per questo, ha concluso Caccia, ”è essenziale fornire loro lo spazio fiscale per effettuare investimenti nella sanità, nell’istruzione e nei sistemi di protezione sociale”, invitando ”le nazioni più ricche a prendere in considerazione la riduzione del debito, o addirittura la sua cancellazione”.