ROMA, 19 MARZO – Si moltiplicano in queste ore gli allarmi per la fame e l’insicurezza alimentare che regnano a Gaza. Dopo il segretario di stato americano Anthony Blinken, che ha denunciato una situazione ”spaventosa e senza precedenti”, oggi a Ginevra, l’alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite Volker Türk ha detto che le restrizioni imposte da Israele alle forniture alimentari a Gaza si potrebbero configurare come un crimine di guerra.
”La situazione di fame e carestia è il risultato delle ampie restrizioni imposte da Israele all’ingresso e alla distribuzione di aiuti umanitari e merci”, ha dichiarato Türk, che ha inoltre biasimato il massiccio sfollamento della popolazione e la distruzione delle infrastrutture civili.
Le restrizioni, unite all’approccio di Israele a questa guerra, potrebbero ”equivalere all’uso della fame come arma di guerra, che è un crimine di guerra”, ha aggiunto l’Alto Commissario.
Ieri l’Agenzia per la sicurezza alimentare delle Nazioni Unite (IPC) ha dichiarato che più di 1,1 milioni di persone stanno affrontando una ”situazione di fame catastrofica”. Il rapporto dell’IPC parla di carestia imminente nel nord del territorio e di minaccia di carestia nel sud.
Da parte sua il segretario generale delle Nazioni Unite ha scritto su X che ”L’imminente carestia nella parte settentrionale di Gaza è un disastro interamente provocato dall’uomo. Ribadisco il mio appello per un cessate il fuoco umanitario immediato. Dobbiamo agire ora per prevenire l’impensabile, l’inaccettabile, l’ingiustificabile“, ha spiegato Antonio Guterres, in un post in merito alla situazione umanitaria a Gaza.