NEW YORK, 29 FEBBRAIO – La popolazione di Gaza sta sperimentando livelli catastrofici di insicurezza alimentare e un alto rischio di carestia a causa del conflitto – ed il rischio continua ad aumentare: lo ha detto il Vicedirettore Generale della FAO, Maurizio Martina, durate un Dibattito aperto ad alto livello del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla protezione dei civili nei conflitti armati. Martina ha lanciato un appello per la cessazione delle ostilità e per il ripristino dello spazio necessario alla fornitura di assistenza umanitaria multisettoriale in tutta la Striscia di Gaza, il ripristino dei servizi di base ed l’eliminazione del rischio di carestia. Questo include il ripristino immediato delle forniture idriche transfrontaliere, della distribuzione di elettricità, delle strutture sanitarie, idriche e di gestione dei rifiuti, della produzione e distribuzione alimentare, dei servizi finanziari, di telecomunicazioni ed altro.
Il Vicedirettore Generale ha sottolineato l’importanza della riapertura dei valichi di confine anche per il traffico commerciale. I beni di prima necessità devono poter entrare e attraversare tutta la Striscia senza limitazioni, ha affermato. ”Tutte le parti devono rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto umanitario internazionale e i diritti umani, proteggere i civili e i beni necessari per la loro sopravvivenza. Un cessate il fuoco immediato e la pace sono prerequisiti per la sicurezza alimentare, e il Diritto al Cibo è un diritto umano fondamentale”, ha affermato Martina.
Una popolazione sull’orlo della carestia
Secondo l’ultima analisi della Integrated Food Security Phase Classification (IPC), si stima che l’intera popolazione di circa 2,2 milioni di persone nella Striscia di Gaza si trovi in una situazione di Crisi o peggio (Fasi IPC 3 e superiori), la percentuale più alta di persone che sperimentano un’insicurezza alimentare acuta di tale gravità mai classificata, nel mondo, dall’IPC. Si stima che circa il 50% della popolazione si trovi in una situazione di Emergenza (Fase IPC 4) e almeno una famiglia su quattro (più di mezzo milione di persone), secondo una stima prudente, versi ora in condizioni Catastrofiche o simili alla carestia (Fase IPC 5).
La riunione è stata convocata dalla Guyana e dalla Svizzera a seguito di una nota dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), datata 22 febbraio, sulla situazione dell’insicurezza alimentare a Gaza. La nota è stata inviata al Consiglio di Sicurezza in conformità con la risoluzione 2417 del 24 maggio 2018, che richiede al Segretario Generale di riferire rapidamente su “situazioni di rischio di carestia indotta da conflitti e di diffusa insicurezza alimentare”.