NEW YORK, 16 NOVEMBRE – Le guerre in Ucraina e tra Israele e Hamas hanno evidenziato la necessita’ di “progressi nei negoziati” sulla riforma del Consiglio di Sicurezza. Tra i paesi in prima linea nel sottolinearne l’importanza c’e’ ancora una volta l’Italia che, a nome del gruppo Uniting for Consensus, e’ intervenuta oggi all’avvio della sessione inaugurale del Negoziato Intergovernativo sulla riforma a cui partecipano tutti i membri dell’ONU.
“Il gruppo Ufc è fortemente convinto della necessità di progressi nei negoziati. I recenti sviluppi hanno dimostrato quanto sia urgente la necessità di riforme che non dovrebbero più essere rinviate”, ha detto il Rappresentante Permanente, Maurizio Massari, sottolineando pero’ che UfC “non vuole riforme ad ogni costo. Non possiamo permetterci di commettere errori”. Al contrario bisogna “puntare a una riforma globale che renda il Consiglio di Sicurezza più efficace e veramente rappresentativo, democratico, trasparente e adattabile nel tempo”. In particolare, ha proseguito
l’ambasciatore, bisogna “rafforzare la voce delle regioni sottorappresentate”. A suo parere, se davvero si vuole avere successo in questa impresa, bisogna giungere a dei compromessi, e ha assicurato che il gruppo continuera’ a mostrare flessibilita’.
“La nostra proposta di seggi a lungo termine e rieleggibili nasce dalla consapevolezza che alcuni Stati membri, indipendentemente dalle loro dimensioni, desiderano
legittimamente dare un maggiore contributo. Allo stesso tempo – ha spiegato – aumentare il numero di seggi non permanenti con mandato biennale deriva dalla consapevolezza che un sistema di rotazione più equo è necessario”.
L’Italia e’ contraria all’aumento dei membri permanenti, che invece genererebbe ulteriori discriminazioni. Le divergenze rimangono tra i vari gruppi e anche tra i P5 (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna), con Washington che vuole allargare l’organo ad entrambe le categorie, Parigi che difende il diritto di veto, Londra che vuole allargare il Cds coinvolgendo India, Giappone, Brasile e Germania come membri permanenti, mentre Mosca e Pechino rimangono caute senza sbilanciarsi troppo. (@OnuItalia)