ROMA, 13 NOVEMBRE – L’Onu torna a chiedere un’azione internazionale urgente per porre fine agli attacchi in corso contro gli ospedali di Gaza: i direttori regionali dell’UNFPA, dell’UNICEF e dell’OMS (Adele Khodr, UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa); Laila Baker, (UNFPA per gli Stati Arabi) e Ahmed Al-Mandhari, (OMS per il Mediterraneo orientale) hanno rilasciato una forte dichiarazione nella quale si dicono ”inorriditi dalle ultime notizie di attacchi contro e nelle vicinanze dell’ospedale Al-Shifa, dell’ospedale pediatrico Al-Rantissi Naser, dell’ospedale Al-Quds e di altri nella città di Gaza e nel nord della Striscia di Gaza, che hanno causato molte vittime, tra cui bambini. Le intense ostilità che circondano diversi ospedali nel nord di Gaza impediscono un accesso sicuro al personale sanitario, ai feriti e agli altri pazienti”.
Secondo le agenzie dell’Onu ”i neonati prematuri e i neonati in attesa di supporto vitale sono morti a causa di interruzioni di corrente, di ossigeno e di acqua all’ospedale Al-Shifa, mentre altri sono a rischio. Il personale di diversi ospedali riferisce di mancanza di carburante, acqua e forniture mediche di base, mettendo a rischio immediato la vita di tutti i pazienti. Negli ultimi 36 giorni, l’OMS ha registrato almeno 137 attacchi all’assistenza sanitaria a Gaza, che hanno causato 521 morti e 686 feriti, tra cui 16 morti e 38 feriti tra gli operatori sanitari in servizio”.
La nota continua: ”Gli attacchi alle strutture mediche e ai civili sono inaccettabili e costituiscono una violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani e delle Convenzioni. Non possono essere tollerati. Il diritto di richiedere assistenza medica, soprattutto in tempi di crisi, non dovrebbe mai essere negato…. Più della metà degli ospedali della Striscia di Gaza sono chiusi. Quelli ancora funzionanti sono sottoposti a forti tensioni e possono fornire solo servizi di emergenza molto limitati, interventi chirurgici salvavita e servizi di terapia intensiva. La carenza di acqua, cibo e carburante minaccia anche il benessere di migliaia di sfollati, tra cui donne e bambini, che si rifugiano negli ospedali e nelle loro vicinanze”.
UNFPA, OMS, UNICEF concludono asserendo che ”Il mondo non può rimanere in silenzio mentre gli ospedali, che dovrebbero essere rifugi sicuri, si trasformano in scene di morte, devastazione e disperazione. È necessaria un’azione internazionale decisa per garantire un immediato cessate il fuoco umanitario e prevenire ulteriori perdite di vite umane, oltre a preservare ciò che resta del sistema sanitario di Gaza. È necessario un accesso libero, sicuro e duraturo per fornire carburante, forniture mediche e acqua per questi servizi salvavita. La violenza deve finire ora”.