NEW YORK, 19 SETTEMBRE – Con una serie di incontri con leader africani e con il presidente della Turchia, Recep Tayyp Erdogan, ha preso il via a New York la due giorni all’ONU di Giorgia Meloni. Il tema delle migrazioni e altissimo nell’agenda del Presidente del Consiglio, incoronata da Politico Europe come “Regina degli Scacchi” della politica internazionale, che oggi ha visto il Presidente della Guinea Bissau, Umaro Sissoco Embalò, il Presidente della Repubblica del Senegal, Macky Sall ed il Presidente della Repubblica del Kenya, William Samoei Ruto. “Incontri che confermano l’attenzione verso l’Africa da parte del Governo italiano, costantemente impegnato a sostenere lo sviluppo di questi territori”, spiega una nota di Palazzo Chigi, parlando di un’occasione unica di dialogo per rafforzare il partenariato sulle principali sfide comuni.
Con Erdogan la Premier ha trattato temi di comune interesse, a partire dalla guerra in Ucraina. Il presidente della Turchia, “che e’ in prima fila su questa materia”, l’ha aggiornata sulla Black Sea Grain Initiative e dell’impatto che il blocco delle esportazioni di grano dall’Ucraina ha sui paesi piu’ vulnerabili del mondo. Si è poi parlato anche dell’impegno a rafforzare la collaborazione con le nazioni africane sul tema della sicurezza alimentare. Non poteva mancare il tema delle migrazioni e della necessita’ di affrontarlo con determinazione, combattendo i trafficanti di esseri umani.
Domani (a tarda notte in Italia) Meloni ne parlera’ “con forza” in Assemblea Generale, dove stamattina ha assistito agli interventi della giornata inaugurale tra cui quello del presidente degli Stati Uniti Joe Biden. “Una organizzazione cone le Nazioni Unite non puo’ consentire il ritorno della barbarie della schiavitu’ sotto altre forme”, ha detto incontrando i giornalisti ai margini dei lavori dell’Onu: organizzazione che, a suo avviso, ha un ruolo importante di sensibilizzazione “per far capire che non e’ un fatto ideologico, ma che il problema che c’e’ veramente”. L’Onu, con UNHCR, puo’ avere una parte ad esempio negli hotspot in Libia”, ma a monte di tutto, secondo Meloni, “il problema e’ fermare le partenze illegali” perche’ “quello che vediamo in Africa rischia di far muovere milioni di persone. Io non consentiro’ che l’Italia diventi il campo profughi d’Europa”.
Importante, secondo la Premier, e’ la collaborazione con i Paesi dell’Africa. Oggi con i tre leader di Kenya, Senegal e Guinea Bissau Meloni ha ribadito la volontà delle Nazioni coinvolte di rafforzare il contrasto al traffico di esseri umani, attraverso la promozione dello sviluppo economico di questi territori, mediante la pianificazione e la realizzazione congiunta di iniziative in settori strategici, a partire da quello energetico, “in quanto l’Africa non è un continente povero, ma ricco di risorse naturali che vanno incanalate nella giusta direzione”.
In questo scenario, secondo Meloni, e’ decisivo è il coinvolgimento delle aziende italiane che, a partire dagli anni ’60, hanno dato un importante contributo nella costruzione delle infrastrutture. In questa sfida, le istituzioni finanziarie internazionali svolgono un ruolo cruciale. “Il loro sostegno è essenziale per mitigare le crisi umanitarie, per garantire sviluppo e la trasformazione sostenibile dei sistemi agroalimentari, per aumentare la produzione interna e ridurre la dipendenza dalle importazioni”. Domani sara’ la prima volta di Meloni anche in Consiglio di Sicurezza, per la riunione ad alto livello sull’Ucraina, in cui solo Biden dei leader dei P5 sara’ presente e in cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov siederanno allo stesso tavolo per la prima volta dall’inizio della guerra. (@OnuItalia)