ROMA, 23 GIUGNO – Il Parco archeologico di Baia, Napoli, è stato iscritto nel Registro delle Buone Pratiche della Convenzione per la Protezione del Patrimonio Culturale Subacqueo UNESCO del 2001. Uno straordinario riconoscimento di un modello efficace di conservazione, promozione dell’accessibilità e gestione sostenibile, reso possibile tramite l’azione sinergica tra il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Ministero della Cultura.
Il Parco Sommerso di Baia è stato istituito nel 2002 e comprende i resti archeologici sommersi degli antichi centri di Pozzuoli, Baia e del Lago Lucrino, con incluso il celebre Portus Julius. Dal punto di vista amministrativo, esso rappresenta un esperimento istituzionale che, di concerto fra più enti centrali e locali, ha visto coniugare la tutela archeologica a quella ambientale, creando un’area marina protetta su un bene culturale.
Il Decreto Istitutivo dell’allora Ministero dell’Ambiente ha portato alla creazione di una zona di protezione di quasi 200 ettari, all’interno dei quali si conservano antiche ville, terme, strade e infrastrutture portuali, costruite tra il I sec. a.C. e il IV sec. d.C e oggi collocate a una profondità compresa tra i 2 e gli 8 metri.