NEW YORK, 10 giugno – Diventare genitori costa troppo. Una nuova analisi dell’UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) presenta il 2025 State of World Population report, intitolato “The real fertility crisis: The pursuit of reproductive agency in a changing world”, e rivela una realtà allarmante: milioni di persone vorrebbero avere figli, ma fattori economici, sociali e culturali impediscono loro di realizzare tale desiderio.
Secondo l’indagine condotta con YouGov in 14 Paesi, più di un quinto della popolazione ritiene di non poter avere il numero di figli che vorrebbe. Le principali barriere identificate riguardano: l’aumento esorbitante del costo della vita, la precarietà lavorativa, le difficoltà nel trovare un’abitazione adeguata, l’incertezza sul futuro e la mancanza di un partner stabile a cui si aggiunge il differente carico di responsabilità che grava, in prevalenza, sulle donne.
Dai numeri alle criticità
- Il 39% degli intervistati segnala le difficoltà economiche come principale motivo per aver rinunciato ad essere genitore.
- Il 21% denuncia l’insicurezza lavorativa e il 19% teme per il futuro, incluso l’impatto di cambiamenti climatici, conflitti e pandemie.
- Il rilievo del sessismo emerge dalle dichiarazioni del 13% delle donne e dall’8% degli uomini, che evocano una responsabilità sproporzionata dell’assistenza familiare.
Scelte consapevoli, non rinunce ideologiche
Il messaggio chiave del rapporto è chiaro: non si tratta di una crisi di desiderio genitoriale, bensì di mancanza di opportunità. La Dr. Natalia Kanem, direttrice esecutiva dell’UNFPA, afferma che “Il problema è la mancanza di scelta, non la mancanza di desiderio: la risposta risiede nel garantire congedi parentali retribuiti, cure della fertilità a prezzi accessibili e partner collaborativi”.
Allo stesso tempo, UNFPA mette in guardia contro politiche demografiche coercitive — come l’introduzione di bonus bebè o l’imposizione di obiettivi di fertilità — che rischiano di violare diritti fondamentali, come il diritto all’autonomia riproduttiva, alla libertà di scelta, alla non discriminazione e alla privacy.
In Italia
In Italia, i dati e le riflessioni emerse dal rapporto UNFPA trovano una relazione particolarmente significativa. Il nostro Paese, da anni alle prese con uno dei più bassi tassi di natalità in Europa, continua a confrontarsi con sfide strutturali che ostacolano la realizzazione del desiderio di genitorialità di molte persone. L’incertezza economica, la precarietà lavorativa, soprattutto tra i giovani e un sistema di welfare ancora troppo fragile rendono difficile pianificare il futuro familiare.
Sebbene siano stati introdotti strumenti come l’assegno unico universale o i congedi parentali, secondo molte analisi essi risultano ancora insufficienti per rimuovere gli ostacoli reali. In particolare, la carenza di servizi per l’infanzia, quali asili nido accessibili e diffusi su tutto il territorio, rappresenta un limite concreto alla conciliazione tra lavoro e vita privata. Anche le differenze territoriali tra Nord e Sud incidono fortemente sulle possibilità delle famiglie.
Inoltre, secondo numerosi studi, persistono stereotipi di genere che vedono la maternità come una “rinuncia” per le donne nella carriera, mentre la paternità attiva fatica ad affermarsi. Il rapporto UNFPA rappresenta dunque un’occasione utile per riflettere sulle politiche nazionali e per riaffermare il principio che la natalità non si incentiva con premi occasionali, ma con scelte strutturali e inclusive.
Misure strutturali
Dal rapporto pubblicato da UNFPA, servono comunità pronte a implementare misure strutturali:
- case accessibili, lavoro dignitoso e stabile, congedi parentali equi;
- servizi completi di salute riproduttiva, inclusivi di contraccezione e assistenza per l’infertilità;
- politiche che favoriscano anche genitorialità singola e LGBTQI+;
- promozione di gender equality, con uomini attivamente coinvolti nelle cure familiari.
L’analisi sembra pertanto ribaltare il luogo comune legato al fatto che non è la scelta individuale a determinare il calo delle nascite, ma una crisi di condizioni che negano la libertà di decidere. Politiche inclusive, welfare progressivo, educazione al rispetto di genere e investimenti mirati sono passi imprescindibili per garantire a chi vuole diventare genitore le reali condizioni per farlo. (@OnuItalia)