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sabato, Settembre 7, 2024

Curcio all’Onu pensando alle vittime delle alluvioni in Emilia Romagna (e alle vite salvate)

NEW YORK, 18 MAGGIO – Con un pensiero rivolto alle vittime delle alluvioni in Emilia Romagna, il capo della protezione civile, Fabrizio Curcio, e’ intervenuto oggi in Assemblea Generale all’High Level Meeting on Disaster Risk Reduction (DRR) nell’ambito del Sendai Framework for Disaster Reduction 2015-2030.

In apertura, Curcio ha ricordato il disastro degli ultimi giorni e le vite perse, ma piu’ avanti nel discorso ha ricordato anche le tante vite salvate grazie alle politiche di DRR inclusa la prevenzione. L’Italia e’ particolarmente profilata all’ONU in materia di mitigazione del rischio disastri in quanto secondo maggiore partner della competente entità ONU, UNDRR. Le sessioni del 17 e 18 maggio sono state convocate in occasione della revisione di metà termine della Sendai Framework, una serie di impegni assunti dalla comunità internazionale per prevenire l’emergere di nuovi rischi di catastrofi e ridurre quelli esistenti attraverso l’implementazione misure integrate e inclusive di natura economica, strutturale e giuridica che prevengono e riducono il grado di esposizione, aumentano la preparazione della risposta al recupero e costruiscono la resilienza.

Il Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030 mira a raggiungere una sostanziale riduzione del rischio di disastri e delle perdite entro il 2030 e va di pari passo con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

Curcio ha osservato che nelle strategie e azioni di prevenzione del rischio, è essenziale coinvolgere tutti gli attori pubblici e privati per concordare obiettivi a breve, medio e lungo termine. A tal proposito, il rapporto tra il processo decisionale e la scienza, con un approccio multirischio, è cruciale, soprattutto quando si parla di prevenzione e comprensione del rischio di catastrofi.

Alluvioni Emilia Romagna

Il capo della Protezione civile ha ricordato un’esperienza trentennale in questo campo: “In questo contesto l’Italia ha sviluppato nel corso degli anni efficaci sistemi di allarme precoce per molteplici pericoli. E se purtroppo possiamo contare le vittime delle recenti alluvioni, d’altra parte è incalcolabile l’impatto della prevenzione in termini di vite umane salvate”.

Curcio ha parlato poi dell’importanza di una comunicazione efficace per informare la popolazione sugli scenari di disastri e rischi sui loro territori: “Lo facciamo da anni, coinvolgendo attivamente volontari locali”. Per quanto riguarda gli investimenti in politiche attive di riduzione del rischio, dal 2010 l’Italia ha adottato normative per promuovere la prevenzione sismica e azioni per ridurre la vulnerabilità.

È evidente che il volume di investimenti necessari per generare un impatto reale sulla riduzione del rischio è troppo elevato per essere coperto solo con risorse finanziarie pubbliche. Anche il capitale privato deve essere coinvolto, ha osservato il capo della Protezione Civile.

L’Italia è anche fortemente impegnata in attività di cooperazione internazionale nel campo della riduzione del rischio di catastrofi: “Prevenzione, inclusività, appropriazione e innovazione sono le nostre parole chiave”, ha detto Curcio elencando gli sforzi concentrati nel rafforzare le capacità locali, attraverso la formazione e sistemi di allarme precoce ed azione precoce efficaci – in linea con l’iniziativa globale “Allarme Precoce per Tutti” lanciata dal Segretario Generale lo scorso anno.

Nel corso della sua permanenza a New York, Curcio è stato in stretto contatto con il Dipartimento della Protezione Civile per seguire in prima persona l’emergenza nazionale che sta interessando molte aree del Paese, in particolare l’Emilia-Romagna, e che vede il Servizio Nazionale della Protezione Civile impegnato sul campo per soccorrere, assistere ed evacuare le zone a rischio e mettere in sicurezza i territori. (@OnuItalia)

OnuItalia
OnuItaliahttps://onuitalia.com
Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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