PARIGI, 15 MAGGIO – L’UNESCO ha appena lanciato una rete di Donne per l’Intelligenza Artificiale etica: ‘Women4Ethical AI’, piattaforma collaborativa per far leva su governi e aziende affinché le donne siano equamente rappresentate, sia nella progettazione che nella realizzazione dell’Intelligenza Artificiale, la nuova rivoluzione del 21° secolo. La Rete contribuirà anche al monitoraggio e agli eventuali aggiornamenti della recente Raccomandazione UNESCO sull’Etica dell’Intelligenza Artificiale.
La piattaforma riunisce 17 esperte donne di varie parti del mondo, provenienti dal mondo accademico, dalle aziende e dalla società civile. L’iniziativa è una risposta all’allarme lanciato da più parti circa la possibilità di replicazione e amplificazione, nelle diverse applicazioni future dell’Intelligenza Artificiale, degli esistenti pregiudizi di genere o discriminazioni.
Il lavoro di ricerca sull’inserimento della donna nel campo degli studi e delle applicazioni dell’IA farà parte di un archivio online di documentazione di buone pratiche. Il gruppo di studio e analisi guiderà e promuoverà anche i progressi nell’applicazione degli algoritmi di IA non discriminanti, incentivando cosi donne, ragazze e gruppi poco rappresentati a partecipare agli studi mondiali sull’IA. Tra gli strumenti individuati per il raggiungimento di questi obiettivi, sono previsti anche possibili sostegni economici e supporto alle donne impegnate nell’IA, sia come ricercatrici accademiche che imprenditrici.
Le donne sono sottorappresentate nella ricerca e nella progettazione di queste tecnologie e gli algoritmi di AI, attualmente, sono spesso discriminanti nei confronti di donne e ragazze. Secondo i dati, inoltre, le donne hanno il 25% di probabilità in meno rispetto agli uomini di sapere come sfruttare la tecnologia digitale per scopi di base, hanno una probabilità inferiore (di 4 volte) di sapere come programmare i computer e di depositare un brevetto ICT (probabilità inferiore di 13 volte). Solo il 20% dei dipendenti che ricoprono ruoli tecnici nelle aziende di machine learning, il 12% dei ricercatori di intelligenza artificiale a livello globale e il 6% degli sviluppatori di software professionali sono donne.
”È urgente riequilibrare la situazione delle donne nell’AI per evitare analisi distorte e costruire tecnologie che tengano conto delle aspettative e dei bisogni di tutta l’umanità”, ha commentato Audrey Azoulay, Direttore Generale dell’Unesco.