ROMA/KHARTOUM, 20 APRILE – L’esplosione delle violenze in Sudan ha il potenziale per far precipitare nella fame milioni di persone. Il World Food Programme (WFP) è stato costretto a sospendere temporaneamente le operazioni che forniscono cibo salvavita e assistenza in denaro in un paese in cui un terzo della popolazione fatica a procurarsi sufficiente cibo.
Un numero record di persone stava già soffrendo la fame in Sudan prima che il conflitto scoppiasse il 15 aprile. Nel 2023, il WFP prevede di assistere oltre 7,6 milioni di persone. Gli scontri in corso impediscono le attività del WFP di fornitura di cibo di emergenza, di pasti scolastici ai bambini o quelle per la prevenzione e la cura della malnutrizione. Inoltre, il WFP non può svolgere il proprio lavoro nel sostenere gli agricoltori nell’aumento della loro produttività agricola in un progetto che mira a raccogliere più del doppio della produzione annuale di grano del Sudan, né aiutare le persone a ricostruire i propri mezzi di sussistenza.
Tragicamente, tre dipendenti del WFP hanno perso la vita negli scontri, mentre altri due hanno riportato ferite gravi. Il personale, gli uffici, i veicoli, le attrezzature e le scorte di cibo del WFP si sono trovati sulla linea di tiro.
Il Servizio Aereo Umanitario delle Nazioni Unite (UNHAS), gestito dal WFP per conto della comunità internazionale, è fermo. UNHAS effettua voli verso oltre 30 destinazioni in Sudan trasportando circa 26.000 passeggeri e cargo umanitario all’anno. Un aereo è stato danneggiato irreparabilmente all’aeroporto internazionale di Khartoum. Nel frattempo sono stati rubati almeno dieci veicoli e sei camion di cibo.
Gli alloggi, gli uffici e i magazzini del WFP a Nyala, nel Darfur meridionale, sono stati saccheggiati, con la perdita di fino a 4.000 tonnellate di cibo che era destinato alle persone affamate.
Il WFP chiede a tutte le parti in conflitto di prendere provvedimenti immediati per garantire la sicurezza degli operatori umanitari e proteggere i beni e le strutture umanitarie in Sudan. Il WFP esorta tutte le parti a porre fine ai combattimenti e a raggiungere un accordo che consenta la continuazione della fornitura di cibo vitale e di assistenza umanitaria. (@OnuItalia)