CROTONE, 26 FEBBRAIO – Decine di migranti morti davanti alle coste della Calabria: erano su un’imbarcazione che è stata spezzata in due dalle onde, in una situazione di mare molto mosso nella zona. Le persone che si trovavano sull’imbarcazione (si sarebbe trattato di un peschereccio partito quattro giorni fa da Smirne in Turchia) sono finite in mare e sono annegate. Le ricerche proseguono con mezzi navali, aerei e l’impiego di sub, ha fatto sapere la Guardia Costiera.
Le vittime accertate, al momento, sono quasi 60, 45 ritrovate sulla spiaggia di Cutro, tra questi anche alcuni bambini tra i tre e i sette anni e un neonato. Una ottantina i sopravvissuti portati nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto. La tragedia, che ha coinvolto persone venute da Iran, Afghanistan e Pakistan, ha riaperto il dibattito sui flussi migratori. “L’Europa governi il fenomeno”, ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre la sinistra ha attaccato il Governo che qualche giorno fa ha portato all’approvazione del Parlamento il decreto sulle Ong. La Ue e’ impegnata alla “sfida europea”, ha detto la presidente della Commissione Ursula Von der Leyden impegnando Bruxelles a raddoppiare gli sforzi.
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso “profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini. E’ criminale mettere in mare una imbarcazione lunga appena 20 metri con ben 200 persone a bordo e con previsioni meteo avverse. E’ disumano scambiare la vita di uomini, donne e bambini col prezzo del ‘biglietto’ da loro pagato nella falsa prospettiva di un viaggio sicuro”, ha detto, aggiungendo che il Governo è impegnato a impedire le partenze, e con esse il consumarsi di queste tragedie, “e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione degli Stati di partenza e di provenienza”.
Ong e organizzazioni umanitarie sono scese di nuovo in campo. Di fronte all’ennesima tragedia del mare l’Alto Commissario Onu per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha esortato gli Stati “a smettere di litigare e mettersi invece d’accordo su misure giuste efficaci e condivise per evitare il ripetere di questo dramma”. Per Andrea Iacomini di UNICEF Italia, “Aylan non e’ bastato, basta con l’indifferenza, bisogna agire”, ha detto il portavoce del braccio italiano dell’agenzia dell’Onu per l’infanzia facendo riferimento al bambino morto sulla spiaggia della Turchia che nel 2015 divenne il simbolo del dramma della migrazione.
In dieci anni, cominciando con la strage di Lampedusa, 26 mila persone hanno perso la vita nel Mediterraneo, con la rotta turca su cui transitano il 20 per cento degli arrivi via mare. Quella di ieri notte e’ stata la peggiore nel Mediterraneo, per numero di morti, da quando lo scorso settembre 127 persone hanno perso la vita al largo della Siria, secondo l’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni (IOM). Nel 2023 sono sbarcati in 14 mila, con un aumento del 164% rispetto al 2022. Solo il sei per cento dei migranti e’ pero’ arrivato sulle navi delle Ong, prese di mira dal decreto entrato in vigore il 3 gennaio. (@OnuItalia)