GINEVRA, 8 FEBBRAIO – ”Fino a 10 milioni di morti entro il 2050 senza contromisure efficaci in una logica One Health. Anche l’ambiente gioca un ruolo chiave nello sviluppo della resistenza antibiotica”: è l’allarme contenuto in un nuovo rapporto pubblicato dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP). Il rapporto prevede un calo del prodotto interno lordo di almeno 3,4 trilioni di dollari all’anno entro la fine del decennio, spingendo circa 24 milioni di persone nella povertà estrema.
Il rapporto ‘Bracing for Superbugs: Strengthening environmental action in the One Health response to antimicrobial resistance’ si concentra sulle ricadute per la salute degli animali e delle piante, sulla sicurezza alimentare e lo sviluppo economico conseguente alla resistenza agli antibiotici e fornisce prove inconfutabili che l’ambiente gioca un ruolo chiave nello sviluppo, nella trasmissione e nella diffusione della resistenza antibiotica.Il rapporto, spiega una nota delle Nazioni Unite, ”mira a demistificare e svelare i diversi aspetti delle dimensioni ambientali della resistenza antimicrobica, offrendo una panoramica completa delle scoperte scientifiche sull’argomento. Fornisce prove concrete dell’importanza dell’ambiente nello sviluppo, nella trasmissione e nella diffusione della resistenza antimicrobica e mostra che le dimensioni ambientali della resistenza antimicrobica sono sfaccettate e la risposta si basa sulla collaborazione tra i settori”.
L’AMR è tra le prime 10 minacce globali per la salute, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Nel 2019, circa 1,27 milioni di decessi a livello globale sono stati direttamente attribuiti a infezioni resistenti ai farmaci. Complessivamente, quasi cinque milioni di decessi sono stati associati all’AMR batterico. Si prevede che entro il 2050 si verificheranno circa 10 milioni di decessi diretti in più all’anno, pari al numero di decessi causati a livello globale dal cancro nel 2020. La resistenza antimicrobica colpisce anche l’economia e il rapporto delle Nazioni Unite i prevede che provocherà un calo del prodotto interno lordo di almeno 3,4 trilioni di dollari all’anno entro la fine del decennio, spingendo circa 24 milioni di persone nella povertà estrema.
I settori farmaceutico, agricolo e sanitario sono fattori chiave per lo sviluppo e la diffusione della resistenza antimicrobica nell’ambiente, insieme agli inquinanti derivanti da scarse condizioni igienico-sanitarie, fognature e sistemi di rifiuti urbani. Inger Andersen, direttore esecutivo dell’UNEP, ha spiegato che la triplice crisi planetaria – cambiamento climatico, inquinamento e perdita di biodiversità – ha contribuito allo scenario attuale.
Il rapporto sottolinea che affrontare la resistenza antimicrobica richiede una risposta multisettoriale che riconosca che la salute delle persone, degli animali, delle piante e dell’ambiente sono strettamente collegate e interdipendenti. E tutto questo è in linea con il quadro One Health sviluppato dall’UNEP, dall’OMS, dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e dall’Organizzazione mondiale per la salute animale (WOAH).