ROMA, 13 GENNAIO – Nonostante gli ultimi otto anni siano stati i piu’ caldi mai registrati – malgrado la persistenza del fenomeno della Nina, che ha permesso di moderare temporaneamente gli effetti del riscaldamento globale – per la Terra c’è una buona notizia: un nuovo rapporto delle Nazioni Unite ha confermato la graduale eliminazione di quasi il 99% delle sostanze responsabili dell’assottigliarsi dello strato di ozono.
Le sostanze responsabili dell’erosione dello strato dell’ozono sono i clorofluorocarburi (CFCs) che sono anche gas serra ma non cosi potenti come il CO2, il metano e l’ossido di azoto che sono i principale gas serra. Il Protocollo di Montreal ha eliminato l’uso dei CFCs anche se non dice niente sui principali gas serra che sono responsabili del cambio climatico.
Grazie alle decisioni prese a livello internazionale negli scorsi decenni, d’altro canto, il buco nello strato di ozono che protegge l’atmosfera terrestre si sta riducendo a un ritmo tale che consentirà il ritorno, nel 2040, ai livelli del 1980. L’ultimo aggiornamento del rapporto Onu sullo strato di ozono, il decimo da quando fu introdotto il protocollo di Montreal, nel 1987 precisa che la riduzione complessiva dell’uso di tali sostanze ha portato al notevole recupero dello strato protettivo di ozono nella stratosfera superiore e alla diminuzione dell’esposizione umana ai nocivi raggi solari ultravioletti.
“L’impatto del Protocollo di Montreal sulla mitigazione dei cambiamenti climatici non può non essere sottolineato”, ha dichiarato Meg Seki, segretario esecutivo del Segretariato per l’ozono del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP). La scoperta di un buco nello strato di ozono era stata annunciata per la prima volta da tre scienziati del British Antarctic Survey, nel maggio 1985. Secondo il rapporto, se le politiche attuali rimarranno in vigore, lo strato dovrebbe recuperare i valori del 1980 entro il 2040, ma nell’Antartico, dove le dimensioni del “buco” dipendono anche dalle condizioni meteorologiche, questo recupero è previsto entro il 2066 circa, e nell’Artico entro il 2045. Con le misure decise per proteggere lo strato di ozono nell’atmosfera, il protocollo di Montreal ha contribuito anche alla lotta al cambiamento climatico, come conferma il rapporto Onu. “L’azione sull’ozono costituisce un precedente per l’azione sul clima. Il nostro successo nell’eliminare gradualmente le sostanze chimiche che danneggiano l’ozono ci mostra cosa si puo’ e si deve fare – con urgenza – per abbandonare i combustibili fossili, ridurre i gas serra e quindi limitare l’aumento della temperatura”, ha dichiarato il Segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale Petteri Taalas.
Va ricordato che sempre secondo la stessa organizzazione dell’Onu nel 2022, in particolare, la temperatura mondiale media si e’ attestata circa 1,15 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali e l’anno scorso e’ stato l’ottavo consecutivo in cui le temperature sono state superiori di almeno un grado ai livelli osservati tra il 1850 e il 1900. Le principali cause del riscaldamento, rileva l’Omm, sono ‘la concentrazione sempre piu’ elevata di gas a effetto serra e il calore accumulato’. L’accordo di Parigi sul clima, siglato nel 2015, punta limitare a 1,5 gradi il riscaldamento climatico ma, avverte l’Omm, ‘la probabilita’ di superare temporaneamente questa soglia aumenta col tempo’. (@OnuItalia)