ROMA, 21 NOVEMBRE – Secondo un nuovo rapporto dell’UNICEF pubblicato in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, razzismo e discriminazione contro i bambini sulla base della loro appartenenza etnica, linguistica e religiosa sono ancor diffusi nei paesi in tutto il mondo.
Il rapporto si intitola ‘Rights denied: The impact of discrimination on children’ e mostra quanto il razzismo e la discriminazione colpiscano l’istruzione, la salute, l’accesso alla registrazione alla nascita e a un sistema giudiziario giusto ed equo e sottolinea le diffuse disparità fra minoranze e gruppi etnici.
ISTRUZIONE – Tra i nuovi risultati, il rapporto mostra che i bambini appartenenti a gruppi etnici, linguistici e religiosi emarginati, in un’analisi su 22 Paesi, sono molto indietro rispetto ai loro coetanei nelle capacità di lettura. In media, gli studenti di età compresa tra i 7 e i 14 anni appartenenti al gruppo più avvantaggiato hanno più del doppio delle probabilità di avere competenze di base nella lettura rispetto a quelli del gruppo meno avvantaggiato.
REGISTRAZIONE ALLA NASCITA- Un’analisi dei dati sui tassi di bambini registrati alla nascita – prerequisito per l’accesso ai diritti di base – ha rilevato significative disparità fra i bambini di differenti religioni e gruppi etnici. Per fare un esempio, afferma UNICEF, nella Repubblica Popolare democratica del Laos, solo il 59% dei bambini sotto i 5 anni appartenenti alla minoranza del gruppo etnico dei Mon-Khmer è stato registrato alla nascita, rispetto all’80% dei bambini appartenenti all’etnia dei Lao-Thai.
ALTRI DATI DEL SONDAGGIO:
– Il 63% degli intervistati afferma che la discriminazione è comune nei loro ambienti, come la scuola, la comunità o il posto di lavoro.
– L’origine nazionale (20%), l’età (17%) e l’identità di genere (15%) sono i principali motivi di discriminazione.
· Una percentuale maggiore fra gli intervistati più giovani dichiara che l’età è il motivo principale di discriminazione. Gli intervistati meno giovani citano l’origine nazionale e l’istruzione/reddito come motivi principali di discriminazione.
· Una percentuale maggiore di intervistati provenienti dall’Asia orientale e dal Pacifico e dal Medio Oriente e Nord Africa indica il livello di istruzione o di reddito come il principale motivo di discriminazione. Gli intervistati del Nord America citano il colore della pelle come motivo principale.
– Di fronte alla discriminazione, più di un terzo degli intervistati si è impegnato duramente per dimostrare che la persona che li ha discriminati si sbaglia.
”Razzismo e discriminazione sistematici espongono i bambini a rischio di privazioni ed esclusione che possono durare tutta la vita – ha coommentato Catherine Russell, Direttore generale UNICEF – Ciò colpisce tutti noi. Proteggere i diritti di tutti i bambini, chiunque siano e da ovunque provengano, è il modo più sicuro per costruire un mondo più pacifico, prospero e giusto per ognuno”. La discriminazione e l’esclusione aggravano le privazioni e la povertà intergenerazionale e causano risultati peggiori in termini di salute, nutrizione e apprendimento per i bambini, una maggiore probabilità di incarcerazione, tassi più elevati di gravidanza tra le ragazze adolescenti e tassi di occupazione e di guadagno più bassi in età adulta.
Mentre il COVID-19 ha messo in luce profonde ingiustizie e discriminazioni in tutto il mondo, e gli impatti del cambiamento climatico e dei conflitti continuano a rivelare disuguaglianze in molti Paesi, il rapporto evidenzia come la discriminazione e l’esclusione persistano da tempo per milioni di bambini appartenenti a gruppi etnici e minoritari, anche per quanto riguarda l’accesso alle vaccinazioni, ai servizi idrici e igienici e a un sistema giudiziario equo.
”Nella Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza e ogni giorno, ogni bambino ha il diritto di essere incluso, protetto e avere uguali possibilità di raggiungere il proprio potenziale – ha continuato Russell – Tutti noi abbiamo il potere di combattere le discriminazioni tra i bambini; nei nostri paesi, nelle comunità, nelle scuole, a casa e nei nostri cuori. Dobbiamo usare questo potere”.