NEW YORK, 18 NOVEMBRE – Ai primi di dicembre l’UNESCO decidera’ su baguette e tè cinese, ma nel 2010 il riconoscimento della Dieta Mediterranea “segno’ un punto di svolta assoluto perché da allora il cibo è stato percepito dalla comunità mondiale non solo come prodotto ma come fenomeno culturale ed identitario di uno stile di vita, di un modo di essere”. Lo ha detto all’ONU, in occasione della della conferenza sul futuro della dieta mediterranea promossa dalla Rappresentanza Permanente Italiana, il presidente dell’organo degli esperti mondiali Unesco, Pier Luigi Petrillo, professore di Cultural Heritage alla Luiss Guido Carli e direttore della Cattedra Unesco dell’Università Unitelma Sapienza.
“Dal 28 novembre al 2 dicembre, a Rabat, in Marocco, si riunirà il Comitato Unesco del Patrimonio Culturale Immateriale che dovrà decidere, tra l’altro, sui riconoscimenti alla baguette francese e al tè cinese. Dalla cucina tradizionale messicana alla gastronomia francese, dall’arte dei pizzaioli napoletani alla cava e cerca del tartufo, dai piatti tipici della Corea e del Senagal, dalla birra belga, ai pani tradizionali dell’Azerbaijan e dell’Armenia al cuscus tunisino e marocchino, dal caffè turco a quello arabo, fino al borsch ucraino – ha sottolineato Petrillo – l’UNESCO riconosce ogni anno un numero sempre maggiore di tradizioni alimentari e agricole come patrimonio culturale dell’umanità, così ribadendo la stretta relazione tra cibo e cultura”.
Secondo Petrillo “si tratta di pratiche, saper fare, rituali legati al cibo e all’agricoltura e che si tramandano di generazione in generazione”. Del resto oggi un rapporto UNESCO ha dato all’Italia il primato mondiale dei riconoscimenti nel settore dell’agro-food: con 5 sui 68 totali assegnati a livello globale, il nostro Paese si posiziona al primo posto nella classifica. A seguire il Marocco con quattro riconoscimenti Unesco, tre a Turchia e Azerbaigian, due a Belgio, Francia, Spagna, Tunisia, Giappone, Corea e Messico. I rimanenti sono uno a testa nei vari altri Paesi.
L’evento al Palazzo di Vetro rientra nella Settimana della cucina italiana nel mondo. Per co-organizzarlo, oltre alla missione permanente d’Italia all’Onu e all’UNESCO, si sono mobilitati il Future Food Institute, il comune di Pollica, il Centro Studi Dieta Mediterranea ‘Angelo Vassallo’ e la missione permanente del Marocco, e con il sostegno del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità
Alimentare e delle Foreste.
L’appuntamento newyorchese ricade nell’anno del coordinamento italiano (attraverso il Comune di Pollica) delle Comunità Emblematiche della Dieta Mediterranea Unesco, e vuole mettere a sistema l’impegno italiano a livello multilaterale su temi quali salute globale, nutrizione e sviluppo sostenibile, con la condivisione di buone pratiche avviate a livello nazionale. I temi sul tavolo raccolgono il testimone dall’azione italiana all’ultimo vertice Onu sui Sistemi Alimentari a New York e il pre-vertice di Roma.
Riallacciandosi al tema di Expo Milano 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, nella cornice dell’evento e’ stata anche promossa la candidatura di Roma a ospitare l’Expo 2030, con il suo accento sui temi dell’innovazione nel settore agricolo e della tecnologia al servizio della biodiversità. Ha aperto i lavori, in cui e’ intervenuto il Ministro Francesco Lollobrigida con un appello a “evitare soluzioni semplicistiche che rischiano di essere fuorvianti come nel caso del semaforino conosciuto come Nutriscore”, il Rappresentante permanente alle Nazioni Unite, ambasciatore Maurizio Massari. (@OnuItalia)