ROMA, 14 OTTOBRE – A che punto è l’Italia nella marcia di avvicinamento ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Onu nella sua Agenda 2030? Il rapporto dell’Istat sui Sdgs aggiorna i dati per il nostro Paese e accerta che l’Italia fa progressi sullo sviluppo sostenibile, con un quadro che risulta ”complessivamente positivo”, e il miglioramento della metà delle misure legate agli obiettivi dell’Agenda 2030.
Secondo quanto riportato dall’Istituto di statistica – che ha confrontato i dati dell’ultimo anno disponibile (prevalentemente il 2020 o il 2021) con quelli riferiti all’anno precedente o a 10 anni prima – il 50% delle misure è in miglioramento, il 23% è stazionario, il 27% segnala un peggioramento. Una delle novità è il legame del sistema degli obiettivi Onu con il monitoraggio del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr); ma anche l’ampliamento dell’analisi delle disuguaglianze territoriali e di genere.
L’Agenda 2030, spiega l’Istat, ”coniuga il raggiungimento degli Sdgs con il principio del ‘non lasciare indietro nessuno‘; il Pnrr individua le pari opportunità intergenerazionali, di genere e territoriali come priorità trasversali. In base a questi due elementi le sinergie tra il Pnrr e l’Agenda 2030 definiscono ”un terreno comune per gli obiettivi di contrasto alle disuguaglianze” e per misurare i progressi. A livello territoriale, quasi i due terzi delle migliori performance vengono conseguite al Nord; oltre il 50% è stato raggiunto nel corso degli ultimi cinque anni.
ENERGIA, ACQUA, DIGNITA’ DELLA PERSONA
Sull’energia l’Italia ”supera tutti gli obiettivi, stabiliti a livello nazionale e internazionale per il 2020, relativi alle fonti energetiche rinnovabili”. Nel 2020, rileva l’Istituto di statistica, ”l’apporto complessivo da fonti di energia rinnovabile al consumo finale lordo di energia raggiunge il 20,4%, segnando un miglioramento del 7,4 negli ultimi 10 anni”. Benché la crescita delle fonti rinnovabili abbia contribuito a ridurre la dipendenza energetica dall’estero del nostro Paese, la quota di importazioni nette sulla disponibilità energetica lorda dell’Italia è una delle più elevate dell’Ue a 27”. come l’accentuarsi della crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina sta dimostrando.
Per il clima l’Italia è tra i primi cinque Paesi dell’Ue a contribuire al taglio delle emissioni di gas serra. ”In Europa continuano a diminuire le emissioni di gas serra – rileva l’Istat – nel 2019 sono il 24% in meno rispetto al 1990. L’Italia è tra i cinque Paesi Ue27 che forniscono il contributo maggiore a tale riduzione. Le famiglie, che generano un quarto delle emissioni dell’Italia, osserva l’Istat, ”nel 2020 riducono le proprie emissioni in misura maggiore rispetto alle attività produttive”. Si registra invece ”un elevato pericolo di frane e alluvioni in numerose regioni italiane, conseguenza anche dei cambiamenti climatici. Nel 2020, il 2,2% della popolazione residente in Italia viveva in aree a pericolosità da frana elevata o molto elevata e l’11,5% in aree a media pericolosità di alluvione”.
Quanto all’acqua l’efficienza delle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile è nel 2020 pari al 63,8% nei Comuni capoluogo di provincia-città metropolitana (+0,9% sul 2018). Nel 2020, spiega l’Istat nel rapporto, nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile dei Comuni capoluogo di provincia-città metropolitana sono stati erogati quotidianamente 236 litri per abitante (circa un litro in meno rispetto al 2018). Rimane elevata, seppur stabile, la quota di famiglie che dichiarano di non fidarsi dell’acqua del rubinetto (28,5% nel 2021).
Sul versante dignità della persona, nel 2021 circa 5,6 milioni di individui (9,4%) sono in condizioni di povertà assoluta; la popolazione a rischio di povertà o di esclusione sociale è del 25,4%. Mentre per la parità di genere, alla fine del 2021 l’Italia occupa la seconda posizione (38,8%) dopo la Francia (45,3%) per presenza femminile nei consigli di amministrazione e nei ruoli di alta dirigenza delle grandi società quotate in borsa.