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giovedì, Dicembre 12, 2024

Disabilità: UNESCO, ad Auronzo due giorni dedicati alle ‘Dolomiti accessibili’

AURONZO DI CADORE, 14 SETTEMBRE – La Fondazione Dolomiti UNESCO ha organizzato  giorni di incontri sul tema ”Dolomiti accessibili. Un Patrimonio per tutti” ospitati ad Auronzo da La Gregoriana, (della Rete di Accoglienza Diocesana della diocesi di Belluno-Feltre) che hanno offerto un’occasione di confronto tra diverse realtà, provenienti da tutto l‘arco dolomitico, che si occupano di disabilità, accessibilità e inclusione.
La direttrice della Fondazione Mara Nemela,  ha osservato che ”l’abbattimento delle barriere tra gli uomini e le nazioni è uno dei pilastri dell’UNESCO fin dalla sua nascita. Il concetto di accessibilità non si esaurisce tuttavia nella possibilità di fruire del bene ambientale in sé, ma deve includere una rete di servizi che accolga le persone con disabilità e le loro famiglie dall’arrivo nella località di destinazione fino alla loro partenza”.L’evento di Auronzo nasce dall’esperienza del progetto Dolomiti Accessibili, con il quale la Fondazione Dolomiti UNESCO offre una mappatura dei numerosi itinerari e siti accessibili anche a persone con mobilità ridotta, non solo disabili ma anche anziani e famiglie con bambini piccoli. Alle Giornate di Auronzo sono stati mappati quasi cinquanta itinerari e siti accessibili.
Odar, Assi onlus (Belluno), cooperativa indipendent L. di Merano, associazione Dolomiti Open, Sportfund onlus, SportAbili di Predazzo, Cortina senza confini, Cai Veneto, Comitato d’intesa tra le associazioni volontaristiche della Provincia di Belluno, fino a arrivare alla straordinaria testimonianza di Moreno Pesce, atleta amputato di un arto, che ha raccontato la conquista di diverse cime dolomitiche: queste, le realtà che hanno preso parte al convegno dedicato a delle Dolomiti “più inclusive”. “Il turismo accessibile è pronto per uscire dalla sua dimensione di nicchia e consegnare a tutto il territorio l’esigenza di allargare il concetto di offerta turistica in montagna – ha spiegato Paolo Santesso, direttore dell’Odar – l’esigenza non è portare sempre più persone in vetta, ma valorizzare le moltissime esperienze che si possono fare anche a quote meno elevate”.
Le innumerevoli esperienze di accessibilità e inclusione fornite dai partecipanti al convegno hanno per l’appunto consentito di mettere a fuoco il tema della mappatura delle barriere architettoniche nelle strutture ricettive e nelle località turistiche, nonché l’inclusione delle persone con disabilità cognitiva, il coinvolgimento delle comunità locali e del mondo imprenditoriale, il valore terapeutico della pratica sportiva e della frequentazione della montagna. ”C’è molto lavoro da fare per rendere le Dolomiti sempre più inclusive – ha concluso Moreno Pesce – non è un percorso facile, come non lo è nessuno dei sentieri che percorrono le nostre montagne, ma non per questo ci scoraggiamo”.

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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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