NEW YORK, 23 MARZO – Uragani, cicloni, piogge torrenziali, tornado: salvare vite umane significa anche avvertire del pericolo imminente. Questo l’obiettivo che l’Onu si prefigge di qui a cinque anni: ogni persona sulla Terra deve essere protetta da sistemi di allarme rapido contro i disastri provocati dal clima.
E’ un obiettivo ambizioso perche’ un terzo della popolazione mondiale non dispone attualmente di tali sistemi che mettano in guardia da fenomeni meteorologici estremi resi ancora più violenti dal cambiamento climatico. In Africa, per esempio, il 60% della popolazione non è ancora coperto e “questa situazione è inaccettabile”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, lanciando il piano di copertura nella Giornata Mondiale della Meteorologia.
“Il cambiamento climatico indotto dall’uomo sta ora causando danni in tutte le regioni del mondo”, ha detto il capo delle Nazioni Unite. “Metà dell’umanità è già nella zona di pericolo” e “la frequenza e l’intensità degli eventi meteorologici estremi aumenteranno con l’aumento del riscaldamento globale”. Guterres ha chiesto all’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) di guidare lo sforzo e presentare un piano d’azione entro la fine dell’anno alla prossima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terra’ in Egitto.
Il piano di copertura dovrebbe costare circa 1,5 miliardi di dollari. Soldi ben spesi, secondo l’organizzazione internazionale, considerando i danni causati da siccità, piogge torrenziali, tornado, cicloni e altri uragani. Ovunque esistano, questi sistemi di allarme stanno dimostrando la loro utilità, permettendo alle autorità di prepararsi meglio alle emergenze, di limitare i danni e alla popolazione di cercare riparo.
“Rafforzare le capacità di previsione significa aiutare tutti a sviluppare la loro capacità di agire”, ha detto Guterres. Secondo alcune stime, 24 ore di preavviso di una tempesta o di un’ondata di calore possono ridurre i danni di quasi un terzo. (@OnuItalia)