ROMA, 7 FEBBRAIO – Duecento milioni: questo è il numero stimato dalle Nazioni Unite delle donne e ragazze al mondo che hanno subito la brutale pratica delle mutilazioni genitali femminili e che negli ultimi due anni, a causa della pandemia di Covid-19, è continuato ad aumentare. Le mutilazioni genitali femminili sono una pratica aberrante, disumana e gravemente lesiva dei diritti fondamentali delle donne, che pregiudica la loro possibilità di sviluppo e di piena affermazione nella società, ostacolando il processo verso il raggiungimento dell’uguaglianza di genere.
In occasione della Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili, che si è celebrata ieri, l’Italia, come ha ricordato il Rappresentante permanente all’ONU Maurizio Massari in un video su YouTube, ha ribadito con forza il suo costante ed incondizionato impegno per l’eliminazione di tale pratica dannosa e di ogni altra forma di violenza fisica e psicologica contro le bambine e le giovani donne. L’Italia è impegnata nella lotta contro ogni forma di violenza e abuso su donne, ragazze e bambine, svolgendo un’azione incisiva nelle organizzazioni internazionali competenti, a cominciare dai negoziati in seno all’Assemblea Generale e al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, e sul campo, grazie all’importante contributo dei Progetti della Cooperazione Italiana allo Sviluppo che sostiene annualmente il programma congiunto gestito da UNFPA/UNICEF dedicato all’eliminazione della pratica delle mutilazioni genitali femminili.
La lotta contro la violenza sulle donne è anche una delle priorità della Presidenza italiana del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, nel cui contesto viene promossa la più ampia adesione alla Convenzione di Istanbul. Alla base c’è la convinzione che solamente attraverso un approccio inclusivo e multidisciplinare, volto a perseguire un cambiamento sostanziale, basato sui fatti, e non solo sulle norme, sia possibile raggiungere il pieno godimento dei diritti fondamentali delle donne e fare passi avanti significativi verso una piena uguaglianza di genere e un reale empowerment femminile
Nel 2012 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite scelse il 6 febbraio come Giornata Internazionale di Tolleranza Zero per le Mutilazioni Genitali Femminili, con lo scopo di amplificare e dirigere gli sforzi per l’eliminazione di questa pratica.Quest’anno, il programma congiunto UNFPA-UNICEF sull’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili: Delivering the Global Promise ha lanciato il tema 2022: “Accelerare gli investimenti per porre fine alle mutilazioni genitali femminili”. Molti paesi stanno vivendo una “crisi nella crisi” a causa della pandemia, compreso un aumento delle mutilazioni genitali femminili. Ecco perché le Nazioni Unite invitano la comunità globale a re-immaginare un mondo che permetta alle ragazze e alle donne di avere voce, scelta e controllo sulla propria vita.
Le mutilazioni genitali femminili (MGF) comprendono tutte le procedure che comportano l’alterazione o la lesione dei genitali femminili per motivi non medici e sono riconosciute a livello internazionale come una violazione dei diritti umani, della salute e dell’integrità delle ragazze e delle donne. Anche se principalmente concentrate in 30 paesi dell’Africa e del Medio Oriente, le mutilazioni genitali femminili sono un problema universale e vengono praticate anche in alcuni paesi dell’Asia e dell’America Latina. Le mutilazioni genitali femminili continuano a persistere tra le popolazioni immigrate che vivono in Europa occidentale, Nord America, Australia e Nuova Zelanda. (@OnuItalia)