ROMA, 26 NOVEMBRE – “La pena di morte è una pandemia millenaria che si va esaurendo”, e anche gli Stati Uniti si stanno muovendo nella giusta direzione e al prossimo appuntamento con la risoluzione sulla moratoria in Assemblea Generale potrebbero astenersi o addirittura votare a favore. Lo ha auspicato stamattina in conferenza stampa Mario Marazziti, coordinatore della campagna internazionale e co-fondatore della Coalizione mondiale contro la pena di morte per la Comunita’ di sant’Egidio.
“Nel 1977 erano solo 16 i Paesi abolizionisti, mentre lo scorso anno sono stati 18 i Paesi che l’hanno usata. Un ribaltamento totale, come mostra la crescita di consenso contro questa punizione disumana e inutile: 133 Paesi hanno abolito la pena di morte oppure osservano una moratoria e non la utilizzano da almeno 10 anni”, ha spiegato Marazziti.
“Anche negli USA gli Stati che conservano la pena capitale sono solo uno in più di quelli che non la utilizzano e lo scorso anno si è registrato il numero minore di esecuzioni degli ultimi anni. Un trend molto positivo macchiato, negli ultimi sei mesi della precedente amministrazione, da 13 esecuzioni federali, un record negativo in due secoli di storia americana”, ha osservato Marazziti. “Siamo convinti che il presidente Joe Biden, che ha annunciato il blocco delle esecuzioni nel braccio della morte federale, saprà voltare pagina. La speranza è che gli USA possano astenersi o addirittura votare a favore della moratoria nella prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite”.
Nel corso della conferenza stampa è stata illustrata la grande mobilitazione che il prossimo 30 novembre, a partire dal Colosseo, a Roma, unirà 2446 città di 70 Paesi di tutti i continenti, in occasione della giornata mondiale delle “Città per la Vita”, promossa da Sant’Egidio in ricordo del giorno in cui, per la prima volta nella storia, la pena di morte venne abolita da uno Stato, il Granducato di Toscana.
Sempre il 30 novembre, alle ore 17,30, si terrà il webinar “No Justice Without Life – Per un mondo senza pena di morte”, con la partecipazione del presidente del Parlamento europeo David Sassoli, di Tawakull Karman, premio Nobel per la pace 2011, e di altri attivisti impegnati nella battaglia contro la pena di morte, a partire dalla religiosa statunitense Sister Helen Prejean. (@OnuItalia)