ROMA, 25 NOVEMBRE – Il nuovo rapporto della FAO sullo ”Stato dell’Alimentazione e dell’Agricoltura (SOFA) 2021” espone la fragilità degli attuali sistemi agroalimentari considerati poco resilienti e offre soluzioni su come affrontare gli shock improvvisi come quelli osservati durante la pandemia da COVID-19, che si è rivelata come uno dei fattori principali della crescita recente dei livelli di insicurezza alimentare nel mondo. Secondo il rapporto senza una preparazione appropriata, shock imprevedibili continueranno a minare i sistemi agroalimentari.
L’ultima edizione è intitolata ”Rendere i sistemi agroalimentari più resilienti agli shock e ai fattori di stress” e fornisce una valutazione della capacità dei sistemi agroalimentari nazionali di rispondere o di riprendersi rapidamente da fattori di shock o di stress. Fornisce inoltre ai governi una guida su come migliorare la resilienza.
Oggi circa tre miliardi di persone non possono permettersi una dieta sana. Il rapporto stima che un altro miliardo di persone potrebbe aggiungersi, qualora uno shock dovesse ridurre i redditi di un terzo. Inoltre, fino a 845 milioni di persone vedrebbero crescere il costo del proprio cibo qualora si verificassero interruzioni lungo i cruciali collegamenti di trasporto.. Il rapporto definisce shock una ”deviazione di breve periodo di trend di lungo periodo, con effetti negativi sostanziali su un sistema, sullo stato di benessere delle persone, asset, mezzi di sostentamento, sicurezza, e capacità di resistere a futuri shock”. Alcuni esempi includono eventi climatici estremi, il diffondersi di malattie e infestazioni animali o delle piante.
Anche prima della pandemia da COVID-19, il mondo era in ritardo rispetto agli obiettivi di sconfiggere la fame e la malnutrizione entro il 2030. Mentre la produzione di cibo e le filiere alimentari risultano storicamente vulnerabili agli eventi climatici estremi, conflitti armati o all’aumento dei prezzi delle derrate alimentari globali, la frequenza nel verificarsi di tali shock è aumento.
”La pandemia ha evidenziato sia la resilienza che le debolezze dei sistemi alimentari” ha affermato il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu, alla cerimonia virtuale per la presentazione del rapporto. Cerimonia alla quale ha fatto seguito un panel di discussione presieduto dal Capo Economista della FAO, Maximo Torero Cullen, con decisori politici e del mondo accademico.
I sistemi agroalimentari – una rete complessa di attività coinvolte nella produzione di beni alimentari e non-alimentari, nel loro stoccaggio, lavorazione, trasporto, distribuzione e consumo – producono 11 miliardi di tonnellate di cibo ogni anno e danno lavoro, direttamente o indirettamente, a miliardi di persone. L’urgenza di rafforzare la loro capacità di fare fronte agli shock deve essere sottolineata con forza.
Nonostante il fatto che i paesi a basso reddito presentino, generalmente, sfide maggiori, il rapporto indica che anche i paesi a reddito medio sono a rischio. In Brasile, per esempio, circa il 60 percento del valore dell’export nazionale è legato ad un unico partner commerciale. Questo lascia poche alternative, qualora uno shock colpisse un paese partner. Anche i paesi ad alto reddito come Australia o Canada sono a rischio di shock, a causa delle lunghe distanze previste per la distribuzione dei beni alimentari. Per quasi la metà dei paesi analizzati, la chiusura di vie di collegamento critiche aumenterebbe i tempi di trasporto del 20 percento o più, facendo così lievitare i costi e i prezzi al dettaglio. Sulla base delle evidenze del rapporto, la FAO raccomanda ai governi di rendere la resilienza dei propri sistemi agroalimentari parte integrante della risposta strategica alle sfide presenti e future.
La diversificazione è la chiave: delle fonti di input, di produzione, dei mercati e delle filiere di approvvigionamento, e degli attori. Perché la diversità fornisce percorsi diversi per assorbire gli shock. Sostenere lo sviluppo di piccole e medie imprenditorialità agroalimentari, cooperative, consorzi e cluster contribuisce a mantenere la diversità nelle filiere agroalimentari domestiche. Un altro fattore chiave è la connettività. Una rete agroalimentare ben connessa permette di superare le difficoltà in mondo più rapido cambiando fonte di approvvigionamento, mezzi di trasporto, commercializzazione, input e lavoro.
“Il rapporto SOFA riflette gli sforzi della FAO volti ad aumentare la resilienza e stabilisce nuovi indicatori per aiutare i paesi membri a misurare la capacità di resilienza dei loro sistemi agroalimentari e identificare le lacune per il miglioramento”, ha concluso Qu.