ROMA, 19 NOVEMBRE – In occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza che si celebra domani, UNICEF e Gallup hanno lanciato una nuova indagine con due generazioni a confronto che ha coinvolto 21.000 adulti e giovani in 21 paesi. Secondo il nuovo sondaggio bambini e giovani sono quasi il 50% più inclini rispetto alle generazioni più anziane a pensare che il mondo stia diventando un posto migliore di generazione in generazione.
Il sondaggio The Changing Childhood Project è il primo del suo genere a chiedere a diverse generazioni il proprio sguardo sul mondo e com’è essere un bambino oggi. Sono state intervistate più di 21.000 persone in due fasce di età (15-24 anni e 40 anni e oltre) in 21 paesi. E sono state intraprese indagini rappresentative a livello nazionale in paesi di tutte le regioni – Africa, Asia, Europa, Nord e Sud America – e fra tutti i livelli di reddito.
Nel complesso, i dati dipingono un quadro delle giovani generazioni come risultato della globalizzazione. Per esempio, i giovani (39%) sono in media quasi due volte più propensi degli adulti (22%) a identificarsi maggiormente con il sentirsi parte del mondo, rispetto alla propria nazione o zona. Con ogni anno in più di età, le persone hanno in media circa un punto percentuale in meno di probabilità di identificarsi come cittadini globali. L’indagine rileva che i giovani sono anche più propensi a pensare che l’infanzia sia migliorata, con una maggioranza schiacciante che crede che l’assistenza sanitaria, l’istruzione e la sicurezza siano migliori per i bambini di oggi che per la generazione dei loro genitori. Eppure, nonostante il loro ottimismo, i giovani sono tutt’altro che ingenui, manifestano inquietudine per l’azione sul cambiamento climatico, scetticismo sulle informazioni che ricevono sui social media e lottano con sentimenti di depressione e ansia. Sono molto più propensi degli adulti a vedersi come cittadini globali, e più propensi ad approvare la cooperazione internazionale per affrontare minacce come la pandemia da COVID-19.
”Non mancano i motivi di pessimismo nel mondo di oggi: il cambiamento climatico, la pandemia, la povertà e la disuguaglianza, la sfiducia in aumento e il crescente nazionalismo. Ma ecco una ragione di ottimismo: i bambini e i giovani si rifiutano di vedere il mondo attraverso la lente tetra degli adulti“, ha dichiarato il Direttore generale dell’UNICEF Henrietta Fore. “Rispetto alle vecchie generazioni, i giovani del mondo rimangono fiduciosi, hanno una mentalità molto più globale e sono determinati a rendere il mondo un posto migliore. I giovani di oggi sono preoccupati per il futuro, ma si vedono come parte della soluzione”.
I DATI
L’indagine – condotta durante la pandemia – mostra anche che i bambini e i giovani sono generalmente più fiduciosi nei confronti dei governi nazionali, degli scienziati e dei media internazionali come fonti di informazioni accurate. Il sondaggio inoltre rileva che i giovani di oggi sono più consapevoli dei problemi che il mondo sta affrontando:
• La maggior parte dei giovani vede seri rischi per i bambini online, come vedere contenuti violenti o sessualmente espliciti (78%) o essere bullizzati (79%).
• Solo il 17% dei giovani dice di fidarsi “molto” delle piattaforme di social media per ricevere informazioni accurate.
• Mentre il 64% dei giovani dei paesi a basso e medio reddito crede che i bambini del loro paese staranno meglio economicamente dei loro genitori, i giovani dei paesi ad alto reddito hanno poca fiducia nel progresso economico. Meno di un terzo dei giovani intervistati nei paesi ad altro reddito afferma che i bambini di oggi cresceranno meglio dei loro genitori dal punto di vista economico.
• Più di un terzo dei giovani riferisce di sentirsi spesso nervoso o ansioso, e quasi uno su cinque di sentirsi spesso depresso o di avere poco interesse nello svolgimento di attività.
• In media, il 59% dei giovani dice che i bambini di oggi affrontano più pressioni per avere successo di quanto abbiano fatto i loro genitori crescendo.
Il sondaggio inoltre mostra che i giovani vogliono progressi più rapidi nella lotta contro la discriminazione, più cooperazione tra i paesi e che i decision-maker li ascoltino:
• In media, quasi tre quarti dei giovani che sono consapevoli del cambiamento climatico credono che i governi dovrebbero intraprendere azioni significative per affrontarlo. La percentuale è ancora più alta nei paesi a reddito basso e medio-basso (83%) dove ci si aspetta che l’impatto del cambiamento climatico sia maggiore.
• In quasi tutti i paesi esaminati, un’ampia maggioranza di giovani riferisce che i loro paesi sarebbero più sicuri da minacce come il COVID-19 se i governi lavorassero in coordinamento con altri paesi piuttosto che da soli.
• I giovani dimostrano un sostegno più forte per i diritti LGBTQ+, con le giovani donne che guidano la lotta per l’uguaglianza.
• In media, il 58% dei 15-24enni crede che sia molto importante che i leader politici ascoltino i bambini.
”Non possiamo sapere cosa ci sia nella mente dei giovani se non glielo chiediamo. L’indagine dell’UNICEF rafforza l’importanza dell’ascolto delle future generazioni e della comprensione delle loro prospettive – ha dichiarato Jeo Daly, Senior Partner di Gallup – I bambini di oggi sono i leader di domani; è fondamentale che le generazioni più grandi facciano la loro parte per assicurare che i nostri bambini ereditino un mondo migliore”.