ROMA, 19 NOVEMBRE – C’è qualcosa di verde, fresco, profumato, salutare sul tetto della FAO a Roma: è stato inaugurato dall’organizzazione dell’Onu per l’alimentazione per la prima volta un prototipo di orto urbano, un’iniziativa che evidenzia come la tecnologia innovativa contribuisca a rendere i sistemi agro-alimentari più sostenibili e ad aumentare l’accesso a diete sane. L’installazione, sponsorizzata dal rivenditore italiano NaturaSì e progettata dall’azienda di design di giardini urbani Ecobubble, è stata collocata in strutture mobili a forma di triangolo costruite in acciaio anticorrosione.
L’orto sarà un’occasione per esplorare il potenziale sviluppo dell’agricoltura urbana per alleviare la carenza di cibo in zone dove la disponibilità di terreno agricolo e di suolo sono limitati, come le aree montane e le città. L’orto è inoltre dotato di un sistema automatizzato intelligente che assicura che le colture ricevano ciò di cui hanno bisogno per crescere bene. E’ inoltre fornito di sensori che monitorano i nutrienti, gli agenti patogeni, l’inquinamento atmosferico, l’umidità ed il clima circostante.
Intervenendo alla cerimonia d’inaugurazione, il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu, ha evidenziato come l’orto sul tetto sia in linea con la missione della FAO di promuovere l’agro-biodiversità, la scienza, l’innovazione e i sistemi agro-alimentari sostenibili come strumenti chiave per combattere la fame e attuare l’Agenda 2030. QU ha sottolineato che l’orto “servirà come prototipo che potrà essere replicato come coltivazione in terrazzo nelle aree urbane“. Il nuovo tetto “riflette il potenziale della collaborazione con aziende innovative ed etiche del settore privato”, ha aggiunto, ma “soprattutto, è un esempio di come possiamo garantire una miglior produzione, nutrizione, un miglior ambiente e una miglior vita per tutti – non lasciando indietro nessuno”.
Fausto Jori, amministratore delegato di NaturaSì, ha affermato che l’utilizzo di un numero sempre più ridotto di varietà vegetali rappresenta una delle cause principali della perdita di biodiversità:”Ecco perché è necessario investire per promuovere la ricerca, la selezione e la riproduzione di semi di varietà capaci di adattarsi alla crisi climatica per tutelare, da un lato, la biodiversità e, dall’altro, assicurare libertà agli agricoltori che sarebbero così in grado di riprodurre da soli le sementi di cui hanno bisogno”.
L’orto sulla terrazza della FAO ospiterà un’ampia selezione di piante tra cui specie trascurate e colture a rischio di estinzione fornite dalla “Fondazione Seminare il Futuro”, impegnata nella ricerca e selezione di varietà specifiche per l’agricoltura biologica, di cui NaturaSì fa parte. Tra queste ci sono esempi di piante coltivate con il marchio ‘Presidi Slow Food’, che contribuiscono a salvaguardare le varietà vegetali locali minacciate. Nell’orto cresceranno anche esempi di piante di montagna riconosciute dall’iniziativa Mountain Partnership Products, un sistema di etichettatura sostenuto dal Governo italiano, che promuove prodotti di montagna etici, equi e biologici. I dati prodotti dai sensori dell’orto saranno monitorati e analizzati dall’Orto Botanico dell’Università La Sapienza di Roma.
Alla cerimonia hanno partecipato Federico di Vincenzo, fondatore di Ecobubble, Paolo di Croce Segretario Generale di Slow Food e Vincenza Lo Monaco, Ambasciatrice d’Italia presso la FAO.