NEW YORK, 30 AGOSTO – Con un giorno di anticipo sulla scadenza il Consiglio di Sicurezza ha rinnovato di un anno il mandato della forza di pace a guida italiana UNIFIL nel Libano meridionale. La risoluzione mantiene il mandato e i compiti principali di UNIFIL per come sono stati stabiliti nella risoluzione 2539 del 28 agosto 2020.
In una lettera del 24 giugno al segretario generale dal Libano, Zeina Akar, ministro libanese ad interim per gli affari esteri e gli emigranti, aveva chiesto l’estensione annuale “senza modifiche al mandato di UNIFIL, al suo concetto di operazioni e alle sue regole di ingaggio”. In risposta, il segretario generale Antonio Guterres aveva raccomandato la proroga.
Per la prima volta la risoluzione 2591 richiede all’UNIFIL di prendere “misure temporanee e speciali” per sostenere le forze armate libanesi (LAF) con materiale non letale (come cibo, carburante e medicine) e supporto logistico per un periodo di sei mesi nell’ambito delle risorse esistenti, e in conformità con la politica di ‘due diligence’ dell’ONU sui diritti umani. Il Consiglio ha sollecitato inoltre con forza un ulteriore e maggiore sostegno internazionale per le LAF, ribadendo la necessità di un loro spiegamento efficace e duraturo nel Libano meridionale. Il Consiglio di sicurezza ha esortato le parti a fare un uso costruttivo ed esteso dei meccanismi Tripartiti dell’UNIFIL, compreso il sottocomitato sulla marcatura della Linea Blu di demarcazione di confine tra Israele e Libano, e ha chiesto tutte le misure appropriate per migliorare la sicurezza del personale e delle attrezzature delle Nazioni Unite.
Il capo missione e Force Commander di UNIFIL, Generale Stefano Del Col, ha dato il benvenuto alla proroga del mandato nelle sue componenti fondamentali: “Sostegno alle LAF, cooperazione delle parti sui meccanismi Tripartiti, sulla sicurezza dei peacekeeper e su altre questioni importanti per mantenere la stabilità nel sud del Libano”. Il Consiglio ha anche chiesto la rapida finalizzazione delle indagini avviate dal Libano su tutti gli attacchi contro l’UNIFIL, al fine di consegnare rapidamente alla giustizia i responsabili e ha condannato tutte le violazioni della Linea Blu da aria e da terra.
UNIFIL ha circa 10.000 peacekeepers provenienti da 46 paesi con il mandato di monitorare la cessazione delle ostilità tra Libano e Israele. L’Italia contribuisce con circa 1.000 militari e forze di polizia. La missione ha anche il mandato di assistere e sostenere le forze armate libanesi nel mantenere l’area a sud del fiume Litani libera da personale armato non autorizzato, armi o altri assets. Assiste inoltre il governo del Libano (su sua richiesta) nel rendere sicuri i confini e altri punti di ingresso per prevenire l’ingresso non autorizzato di armi o materiale correlato.
Anche se impegnativi, i negoziati sulla bozza sono stati meno difficili rispetto all’anno scorso quando l’amministrazione Trump aveva chiesto che il mandato dell’UNIFIL fosse modificato per consentire alla missione di svolgere un ruolo più attivo nell’affrontare attori come il gruppo sciita Hezbollah e la proliferazione di armi nel Libano meridionale. Gli Stati Uniti avevano poi insistito per ridurre il tetto delle truppe, ed era stato trovato un compromesso sulla riduzione degli effettivi a 13.000 uomini dai 15.000 stabiliti dalla risoluzione 1701.
Nei briefing preparatori al voto le difficili condizioni materiali delle LAF e le preoccupazioni per gli effetti delle crisi multidimensionali del Libano sulla loro capacità di mantenere la sicurezza nel Libano meridionale erano state ripetutamente portate all’attenzione del Consiglio. Durante le consultazioni a porte chiuse il 22 luglio, Del Col, aveva riferito che le LAF hanno sofferto di carenze di articoli di base tra cui carburante, medicine e cibo. Nella sua lettera del 4 agosto, Guterres aveva notato che la presenza delle LAF nell’area delle operazioni di UNIFIL è stata ridotta in quanto “rispondono a un numero crescente di manifestazioni e blocchi stradali nel paese legati alla dilagante crisi economica”.
Il voto di oggi e’ arrivato con la persistente crisi politica e socio-economica in Libano sullo sfondo. Mentre la leadership politica libanese continua a cercare un accordo su un nuovo governo dopo le dimissioni dell’ex primo ministro Hassan Diab in seguito all’esplosione di Beirut, la popolazione continua a soffrire di iperinflazione e carenza di beni di prima necessità, tra cui medicine e acqua potabile.
Si sono anche riaccese le tensioni lungo la Linea Blu. Il 4 agosto, tre razzi sono stati lanciati verso Israele a cui le forze di difesa israeliane hanno risposto con il fuoco dell’artiglieria. Il 5 agosto, a seguito di ulteriori lanci di razzi verso Israele da siti in Libano, l’aviazione israeliana ha colpito i siti di lancio dei razzi nei primi attacchi aerei nel territorio del Libano dal 2014. (@OnuItalia)