ROMA, 7 APRILE – Ogni 7 aprile si celebra la Giornata mondiale della Salute, occasione per ricordare la copertura sanitaria universale, cui, nel corso dell’attuale pandemia di COVID-19, è stato dedicato il rapporto ‘State of Universal Health Coverage (UHC) in Africa Report’; un documento completo che mappa i progressi dei Paesi africani verso i loro obiettivi di copertura sanitaria universale (UHC). Il report è stato curato da una commissione indipendente di esperti africani, a seguito dell’Africa Health Agenda International Conference (AHAIC), la più grande conferenza virtuale sul futuro della salute africana, convocata da Amref Health Africa, Africa CDC, IFPMA, Roche e Takeda per discutere le soluzioni africane alle sfide sanitarie più urgenti del continente, conclusasi il 10 marzo che ha avuto 3.000 partecipanti da 98 Paesi.
Come spiega il report, offrendo una breve panoramica della storia africana, l’immediato periodo postcoloniale in Africa (circa 1960-1980), è stato pieno di speranza, fiducia e ambizione, e infatti in molti Paesi ci furono progressi significativi. La politica sanitaria era guidata da governi africani indipendenti. L’assistenza sanitaria era considerata un diritto umano, sostenuto dal principio dell’accesso universale all’assistenza medica. Questo progresso iniziale fu tuttavia invalidato dalle sfide economiche provocate dal crollo dei prezzi delle materie prime e dal forte aumento del prezzo del petrolio.
Il ventunesimo secolo ha tuttavia visto un rinnovato impegno da parte dei Paesi africani a fare progressi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) e la copertura sanitaria universale (UHC), il cui obiettivo è favorire l’esistenza di un sistema sanitario ideale che estenda la copertura sanitaria a tutta la popolazione, garantisca tutti i servizi e le prestazioni necessarie e lo faccia senza caricare le persone di ulteriori costi diretti.
La commissione dell’AHAIC ha individuato una serie di problematiche e potenziali soluzioni. Tra i primi importanti elementi, la consapevolezza che la copertura sanitaria nel continente africano è bassa, con solo il 48% delle persone che riceve assistenza sanitaria di base. Ciò significa che circa 615 milioni di persone non ricevono assistenza sanitaria. In questo scenario, l’accesso ai servizi essenziali per le donne e le ragazze in Africa è particolarmente basso, con meno della metà (49%) delle donne africane che ha avuto accesso ad un programma di pianificazione familiare adatto, tra il 2015 e il 2019. Inoltre, ogni anno, 15 milioni di persone vengono spinte in povertà a causa dei pagamenti sanitari, e sebbene il continente ospiti il 17% della popolazione mondiale, rappresenta il 23% del carico globale di malattie.
Secondo il rapporto, è evidente che le sfide affrontate dai Paesi africani nel raggiungimento dell’UHC non riguardano solo il sistema sanitario, ma anche il più ampio contesto sociale, politico ed economico di ogni Paese. Tuttavia, il continente ha immense opportunità che, se sfruttate, accelereranno il progresso verso l’UHC. La commissione dell’AHAIC ha esposto una serie di azioni necessarie per rendere ciò possibile. Tra queste, la revisione delle priorità dei sistemi sanitari, per rispondere ai bisogni di salute della popolazione. Un esempio di questo può essere dare priorità alle aree ad alto carico di malattie che continuano ad affliggere il continente: le cause di morte materno-infantile e neonatale, le malattie infettive ad alto carico (ad esempio HIV / AIDS, tubercolosi, malaria), e molto altro.
Altre azioni necessarie includono rafforzare i sistemi di finanziamento della salute in modi contestualmente appropriati per supportare l’UHC, investire nelle tecnologie sanitarie e sfruttare la quarta rivoluzione industriale per migliorare le prestazioni di tutte le funzioni del sistema sanitario, intraprendere un programma per decolonizzare la politica sanitaria e le riforme, e implementare politiche che traggano vantaggio dal dividendo demografico (rafforzare, per esempio, gli investimenti nella salute degli adolescenti, dei giovani e delle donne).