ROMA, 26 GIUGNO – In Tunisia diventano patrimonio agricolo globale i sistemi tradizionali delle lagune di Ghar El Melh e gli orti pensili di Djebba El Olia che ancora forniscono sistemi vitali salvaguardando le conoscenze tradizionali. La FAO li ha infatti inseriti nei Sistemi del Patrimonio Agricolo di rilevanza mondiale (GIAHS). È la seconda volta che siti tunisini ottengono il riconoscimento GIAHS, dopo le oasi di Gafsa nel 2011. Entrambi i siti riflettono il rapporto profondo tra coltivazioni ed ecosistema naturale, fauna e flora locale, promuovendo al tempo stesso la salvaguardia delle conoscenze tradizionali e la conservazione della biodiversità. Il loro riconoscimento come siti GIAHS stimolerà le comunità locali a fare tesoro e a preservare questo patrimonio per le generazioni future.
Le coltivazioni ramli a Ghar El Melh
Ramli, che significa “sulla sabbia”, è una pratica agricola che prevede coltivazioni su substrati sabbiosi. Questo tipo di orti, unici non solo in Tunisia ma in tutto il mondo, sono stati creati nel XVII secolo dalla diaspora andalusa per far fronte alla mancanza di terreni coltivabili e di acqua dolce. La pratica si basa su un ingegnoso sistema d’irrigazione passiva, in cui le radici delle piante sono costantemente alimentate da acqua piovana immagazzinata, che galleggia sulla superficie del mare accompagnata dal movimento delle maree. Le conoscenze tradizionali preservate nei secoli consentono agli agricoltori di gestire appezzamenti di laguna con l’adeguato apporto di sabbia e materia organica, in modo che le coltivazioni raggiungano l’altezza corretta, consentendo alle radici di essere irrigate dall’acqua dolce senza essere intaccate dell’acqua salata. Alberi da frutta e arbusti lungo il cordone lagunare proteggono dal vento e dagli spruzzi di acqua di mare gli appezzamenti coltivati, rallentando l’evaporazione e compattando la sabbia. Un sistema così poliedrico consente di coltivare tutto l’anno senza forniture artificiali di acqua, anche nei periodi di siccità. Oggi la pesca e l’agricoltura rappresentano le principali attività di sussistenza della zona. Le aziende agricole di Ghar El Melh sono piccole (l’81% è meno di 5 ettari) e la loro produzione principale comprende patate, fagioli e cipolle coltivate “su ramli”.
Orti pensili di Djebba El Olia
Arroccati sulle alture del monte El Gorrâa, gli orti di Djebba El Olia formano un sistema di agrosilvicoltura unico nel suo genere. A 600 metri sul livello del mare, gli agricoltori sono riusciti a modellare a loro vantaggio il paesaggio montuoso, integrando l’agricoltura su terrazzamenti creati su formazioni geologiche naturali o realizzati con muretti a secco. Grazie a un efficiente sistema d’irrigazione, gli orti pensili sono esempi di agrosilvicoltura innovativa e resiliente che soddisfa tutto l’anno il fabbisogno alimentare delle comunità locali. Grazie alla tutela delle foreste d’alta quota e alla moltitudine di specie presenti nello strato arboreo degli orti, Djebba El Olia gode di un particolare microclima.
La coltivazione del fico, basata su pratiche miste di agrosilvicoltura e agroecologia, è il pilastro di un sistema di policoltura vario e resiliente, supportato da grandi allevamenti di bestiame. Oltre ai fichi, negli orti si producono diverse varietà di ortaggi, legumi e frutta, tra cui solanacee (pomodori, pepe) e zucche, fave, cipolle, fagioli e patate. Anche l’allevamento di bestiame rappresenta una parte importante della biodiversità del sito, in particolare il montone nero di razza “Thibar”, adatta al terreno roccioso, e la razza bovina “Brown Atlas”, nota per la sua resistenza. Gli orti godono inoltre delle vicine foreste e dalle specie di flora e fauna selvatiche, garantendo che anche gli impollinatori selvatici sostengano la biodiversità. Alla base delle ingegnose conoscenze del sito c’è l’arte di saper gestire le specie coltivate e selvatiche. La qualità dei prodotti è molto apprezzata – i fichi a marchio DOP di Djebba, la frutta fresca e secca e i prodotti trasformati (marmellate) sono estremamente ricercati a livello locale e all’estero, rappresentando un’importante fonte di reddito.
L’inserimento dei due siti tunisini porta a 61 il numero totale di GIAHS in 22 paesi del mondo. L’importante programma della FAO evidenzia le modalità uniche che le comunità rurali hanno creato nel corso delle generazioni a favore della sicurezza alimentare, di mezzi di sussistenza efficaci, di ecosistemi resilienti e di alti livelli di biodiversità, il tutto contribuendo alla creazione di paesaggi straordinari.