GINEVRA, 19 GIUGNO – “In questa Giornata Mondiale del Rifugiato, esorto la comunità internazionale a mostrare solidarietà e ad agire con più efficacia a livello globale per assicurare inclusione e assistenza a rifugiati, sfollati interni, apolidi e comunità di accoglienza. Chiunque voi siate. Da ovunque proveniate. Ognuno di noi può fare la differenza. Ogni gesto conta davvero”. Questo il messaggio lanciato da Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, in vista della Giornata Mondiale del Rifugiato 2020 che si celebrerà domani in tutto il mondo “nel contesto di una
crisi mondiale drammatica. Non solo registriamo un numero di persone costrette a fuggire dalle proprie case mai così elevato, ma assistiamo a un mondo in lotta col Covid-19”.
Negli ultimi mesi, “mobilitare aiuti e assistenza è stato fondamentale per prepararsi e rispondere alla pandemia. E siamo stati testimoni di come Paesi e comunità di tutto il mondo abbiano incluso i rifugiati nei piani nazionali di risposta sanitaria. È ora altrettanto fondamentale assicurare l’inclusione di rifugiati e sfollati nei piani socioeconomici di risposta alla pandemia, ora più che mai necessari”, ha spiegato
l’alto commissario Onu.
“Il Global Compact sui Rifugiati ha gettato fondamenta solide su cui implementare questi piani. Abbiamo già potuto constatarne l’efficacia nel momento in cui donatori bilaterali, istituzioni finanziarie internazionali, e settore privato hanno risposto alla crisi garantendo ai
rifugiati livelli di supporto senza precedenti tramite i governi dei Paesi di accoglienza. Tale supporto deve continuare ed essere incrementato” ed “è necessario, inoltre, investire di più nei Paesi di origine per rendere il ritorno dei rifugiati un’opzione praticabile”.
E mentre l’OMS solleva preoccupazione per la diffusione del COVID nei campi per rifugiati (vedi a questo proposito l’appello del CUAMM), l’Onu riprende il reinsediamento dei rifugiati in Paesi terzi che erano stati interrotti in marzo a causa del coronavirus ritardando oltre diecimila partenze. UNHCR e IOM hanno annunciato congiuntamente la ripresa. Negli ultimi tre mesi le due agenzie e i loro partner avevano continuato ad assicurare consulenza ai rifugiati e ad esaminarne i casi, reinsediandone decine tra quelli in condizioni più
urgenti. L’UNHCR e lo IOM continueranno a lavorare coi partner governativi e altri attori in tutto il mondo per poter tornare alla regolarità delle operazioni non appena la situazione di ogni singolo Paese lo consentirà.
Secondo le agenzie, per molti rifugiati, quello del reinsediamento continua a rappresentare uno strumento salvavita, ma il divario tra il numero di rifugiati che necessitano di reinsediamento e i posti messi a disposizione dai governi nel mondo è preoccupante. Di qui un nuovo appello affinché anche altri Paesi partecipino al programma contribuendo a trovare soluzioni per un numero maggiore di rifugiati. (@OnuItalia)