ADEN, 12 GIUGNO – Medici senza Frontiere lavora da anni nello Yemen devastato dalla guerra e da mesi anche dal coronavirus e ora, per raccontare ciò che sta accadendo, usa poche parole e una sola foto, quella che ripubblichiamo. ”Il cortile del nostro ospedale di Aden – scrivono i volontari – è pieno di bombole di ossigeno: ogni giorno ne servono 250 per permettere ai pazienti di continuare a respirare. Nella città yemenita, il Covid-19 colpisce a una velocità spaventosa, in modo brutale”.
Il centro di trattamento di Msf registra un tasso di mortalità equivalente alle unità di terapia intensiva in Europa e negli Stati Uniti, in un contesto, però, non ben attrezzato e con un sistema sanitario al collasso a causa di cinque anni di guerra.
“Non abbiamo altra scelta che riutilizzare i dispositivi di protezione individuale perché non ne abbiamo abbastanza. L’accesso ai test è incredibilmente limitato. Non abbiamo abbastanza ventilatori, abbiamo bisogno di più erogatori di ossigeno e di una catena di fornitura affidabile. È una sfida enorme”, raccontano i medici sul posto.
Il team sta lavorando senza sosta, facendo tutto il possibile per i pazienti e per ricevere i presidi sanitari necessari, in particolare l’ossigeno, il più rapidamente possibile.”La popolazione yemenita ha bisogno di tutto il nostro aiuto”, conclude la ong.