ROMA, 12 MAGGIO – Nonostante i progressi nella lotta contro le locuste in Africa orientale e nello Yemen, le forti piogge cadute in questo periodo stanno favorendo la riproduzione degli insetti, tanto che la seconda ondata di locuste è prevista per il prossimo raccolto.
Lo ha dichiarato il Direttore Generale dell’Organizzazione della FAO QU Dongyu che ha sottolineato la necessità di fare di più per scongiurare la crisi per la sicurezza alimentare. La stagione delle piogge infatti non solo fornisce mezzi di sussistenza ad agricoltori e pastori, ma crea anche condizioni favorevoli alla riproduzione delle locuste. Nel lanciare il rapporto della FAO sui progressi delle attività di monitoraggio delle locuste in Africa orientale e nello Yemen,Qu ha confermato che le attività di monitoraggio e controllo dell’Agenzia delle Nazioni Unite sono andate avanti nonostante i vincoli imposti dal COVID-19 e da altre sfide.
Le stime preliminari della FAO indicano che 720.000 tonnellate di cereali, sufficienti a sfamare per un anno cinque milioni di persone, sono state messe in salvo in dieci paesi, il che ha impedito che la diffusione delle locuste potesse danneggiare molti altri ettari di terra. Altre 350.000 famiglie di pastori sono state messe al riparo da questo pericolo. “I nostri progressi sono stati notevoli, ma la battaglia è lunga e non è ancora finita”, ha aggiunto Qu. “Nei prossimi mesi un maggior numero di persone rischierà di perdere i mezzi di sussistenza, aggravando lo stato della sicurezza alimentare”.
Mentre appezzamenti di terra coltivata sono ora relativamente liberi dal vorace parassita, si è riprodotta la prima ondata di sciami e a giugno una seconda ondata di locuste passerà dalla fase giovanile a quella adulta, sollevandosi in volo nel momento critico in cui molti agricoltori dell’Africa orientale si preparano al raccolto. La locusta è considerata il parassita migratorio più micidiale del mondo e un solo sciame che copre un chilometro quadrato può essere composto da 80 milioni di esemplari. L’appello sulle locuste lanciato dalla FAO a gennaio riguarda ora 10 paesi: Gibuti, Eritrea, Etiopia, Kenya, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Tanzania, Uganda, Repubblica Unita di Tanzania e Yemen.
La recrudescenza in corso è particolarmente allarmante nella più vasta regione dell’Africa orientale, in quanto le previsioni pubblicate di recente nel Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari indicano che nella seconda metà del 2020 oltre 25 milioni di persone saranno esposte a insicurezza alimentare acuta. Nello Yemen, dove le locuste si riproducono nelle impervie zone interne, altri 17 milioni di persone sono esposte a insicurezza alimentare acuta. Queste stime sono state fatte prima della comparsa del COVID-19 in una regione già afflitta dall’insicurezza alimentare acuta.
“Possiamo e dobbiamo proteggere le persone vulnerabili dalle conseguenze di molteplici crisi: conflitti, eventi climatici estremi, locuste e il COVID-19, che minacciano un ulteriore e drammatico peggioramento della loro sicurezza alimentare”, ha detto Qu. “Per farlo, dobbiamo intensificare ulteriormente i nostri sforzi e concentrarci non solo sul monitoraggio, ma anche sul sostegno ai mezzi di sussistenza degli agricoltori e dei pastori, in modo che possano superare questa fase”. Il rapporto indica che da quando a gennaio la FAO ha lanciato la sua risposta alle locuste, il suo appello è stato finanziato con 130 milioni di dollari. Tuttavia i finanziamenti si sono concentrati sulle attività di monitoraggio delle locuste ed è necessario un sostegno molto maggiore per le attività di supporto ai mezzi di sussistenza. Qu ha ringraziato i leader politici dei paesi colpiti per i loro sforzi nel mobilitare personale e risorse e nel collaborare a stretto contatto con la FAO per progettare, monitorare e implementare le attività di controllo.
Mentre le attività di monitoraggio e controllo delle locuste sono guidate dai governi nazionali, la FAO fornisce supporto strategico sotto forma di pesticidi, biopesticidi, attrezzature, velivoli e formazione. Quest’anno nei dieci paesi inclusi nell’appello della FAO sono stati controllati finora oltre 365.000 ettari di terra. Una versione rivista dell’appello, che sarà lanciata nelle prossime settimane, dovrebbe cercare risorse anche per l’Iran e per il Pakistan, che stanno affrontando le invasioni di locuste, e intensificare gli sforzi di preparazione nella regione del Sahel, che potrebbe essere anch’essa colpita.
Il monitoraggio e le previsioni delle locuste fanno parte del mandato della FAO. Il Desert Locust Information Service (DLIS) è operativo da circa 50 anni. La consolidata presenza sul campo della FAO, la sua capacità di mettere in contatto le autorità di diversi paesi e le sue competenze nel gestire e prevedere le crisi delle locuste ne fanno un attore chiave per rispondere a recrudescenze come quelle che stanno colpendo l’Africa orientale e l’area del Mar Rosso.